TERMOLI. Com’è noto. da ieri, lo stabilimento Stellantis di Termoli è ufficialmente in regime di “Contratto di Solidarietà” valido fino al 31 agosto 2026. Questa misura coinvolge tutti i 1.823 dipendenti e prevede una riduzione a rotazione dell’orario di lavoro, con tagli fino all’80% del monte ore complessivo a seconda delle esigenze produttive. Non si tratta di una chiusura o di uno stop totale, ma di una gestione distribuita del poco lavoro in attesa di una possibile ripresa industriale prevista per il 2026-2027, soprattutto con l’arrivo della nuova linea di cambio e-Dct. Il contratto permette comunque ai lavoratori di maturare ratei di ferie, tredicesima e Tfr anche durante le settimane di sospensione.
La decisione di attivare questo contratto difensivo arriva in un momento di grande incertezza per il settore automotive in Italia, che soffre per la domanda debole, gli effetti dei dazi Usa e la lenta transizione verso l’elettrificazione imposta dal Green Deal europeo. In particolare, a Termoli è già stata dismessa la produzione del motore 8/16 valvole, con una perdita che riguarda circa 600 posti di lavoro, e sono attivi incentivi all’esodo volontario per circa 200 dipendenti. Questi fattori creano una tensione rilevante tra i lavoratori e la comunità locale.
Il ministro Adolfo Urso, in una recente intervista, ha confermato l’impegno del governo e di Stellantis a mantenere aperti tutti gli stabilimenti italiani, valorizzando il cosiddetto Piano Italia. Questo piano prevede investimenti per circa 2 miliardi di euro nel 2025 negli stabilimenti italiani e ulteriori 6 miliardi in acquisti dalla filiera nazionale, oltre ad accordi per innovazione e sviluppo. Urso ha elencato le missioni precise degli altri siti Stellantis in Italia, ma sorprendentemente non ha menzionato la Gigafactory di Termoli, un’assenza pesante considerata la situazione di crisi dello stabilimento molisano. La mancata citazione suscita preoccupazioni circa il futuro a medio termine della fabbrica.
Il ministro ha ribadito che la transizione verso l’elettrificazione deve avvenire senza sacrificare stabilimenti o occupazione, e ha annunciato incontri prossimi con il nuovo amministratore delegato Stellantis per consolidare le strategie e rafforzare la filiera industriale italiana. Nel frattempo, la tensione a Termoli resta alta, con una comunità che guarda con ansia al futuro industriale e occupazionale del proprio territorio.
Questo quadro evidenzia come la situazione di Termoli rappresenti un nodo critico per Stellantis e per il settore automotive italiano, in un contesto di trasformazioni profonde. Il Contratto di Solidarietà è un tampone che offre ossigeno ai lavoratori, ma la mancanza di riferimenti quantitativi e strategici precisi per la Gigafactory Termoli nel Piano Italia preoccupa e lascia in sospeso il destino dello stabilimento.