SAN GIULIANO DI PUGLIA. C’è un attimo in cui tutto tace, e il mondo sembra trattenere il respiro. Poi, il suono delle campane lo attraversa, fragile e potente insieme, e richiama alla mente quel tragico 31 ottobre 2002, quando la scuola “Francesco Jovine” crollò portando via 27 bambini e una maestra.
Ventitré anni sono passati, ma il dolore non si è affievolito: ogni anno, la memoria torna viva, con la stessa forza, con la stessa urgenza di non dimenticare. Oggi la comunità si è riunita nel Parco della Memoria, con il vescovo, il presidente della Regione e le istituzioni civili e militari, accanto ai familiari delle vittime e a cittadini di tutte le età.
Non si tratta solo di una cerimonia: è un momento di condivisione profonda, di riflessione sul senso della vita e della responsabilità.
Chi ha perso qualcuno in quella tragedia sa quanto il tempo possa ferire, ma anche quanto la memoria possa trasformare il dolore in impegno.
Alle 11.32, un singolo rintocco della campana ha rotto il silenzio.
Per un attimo, tutto sembra sospeso: gli sguardi si fanno più attenti, i pensieri tornano a quei volti che non ci sono più, ai sogni interrotti, alle risate spezzate. È un attimo di raccoglimento che unisce chi ricorda direttamente quella tragedia e chi, pur non essendo nato allora, sente il dovere di custodire quel ricordo come fosse proprio.
La deposizione della corona e dei fiori al Parco della Memoria è un gesto semplice, ma colmo di significato: parla di rispetto, di cura, di una comunità che continua a vegliare sui propri figli.
Ma la memoria non si esaurisce nei gesti simbolici. Vive nelle decisioni quotidiane di chi amministra, di chi costruisce scuole sicure, di chi controlla, vigila ed educa. Vive nell’impegno di non lasciare mai più un bambino indifeso di fronte a un pericolo che si sarebbe potuto prevenire.
San Giuliano di Puglia è un luogo di dolore, ma anche di insegnamento. Ogni rintocco della campana ci ricorda la fragilità della vita e la responsabilità di custodirla. Ci invita a guardare al futuro con occhi vigili, a tradurre il ricordo in azione concreta, a trasformare la commemorazione in protezione reale.
Perché il compito di chi resta non è solo ricordare, ma proteggere e vegliare, affinché tragedie come questa non possano mai più ripetersi. Tra un tocco di campana e l’altro, il silenzio ricorda il senso profondo di quell’assenza:
un vuoto che insegna, che guida, che chiede impegno e coraggio.
Oggi, come ogni anno, San Giuliano di Puglia ci ricorda che il dolore può diventare forza, e che la memoria, se coltivata con cura, può illuminare la strada per un futuro più sicuro e più umano.
Alla commemorazione erano presenti il presidente della Regione Francesco Roberti, il presidente del Consiglio regionale Quintino Pallante, tutto il Consiglio regionale del Molise, il senatore Costanzo Della Porta, l’onorevole Elisabetta Lancellotta, il presidente della Provincia Pino Puchetti, il senatore Claudio Lotito, la direttrice dell’ufficio scolastico regionale Maricetta Chimisso, il presidente della provincia di Isernia Daniele Saia, la sindaca di Campobasso Marialuisa Forte, scolaresche e associazioni, le autorità religiose con il vescovo Claudio Palumbo, don Franco Manna e don Costantino Di Pietrantonio e quelle militari, con Carabinieri, Polizia e il prefetto Michela Lattarulo.
Alberta Zulli

