TERMOLI. Gli accessi e i trattamenti sanitari al pronto soccorso, sia a Termoli che altrove, sono disciplinati dalle priorità attribuite dal triage, in cui viene assegnato un codice associato a colori: Rosso (emergenza), Arancione (urgenza), Azzurro (urgenza differibile), Verde (urgenza minore) e Bianco (non urgenza).
Il triage è un processo di valutazione e classificazione di pazienti che arrivano in pronto soccorso, effettuato da personale infermieristico qualificato per stabilire l’ordine di priorità degli interventi in base alla gravità delle condizioni. L’obiettivo è garantire cure immediate ai casi più urgenti e identificare rapidamente le persone in pericolo di vita.
Il Pronto soccorso di Termoli, non solo d’estate (quando c’è il picco di presenze sul territorio, nella stagione turistica), è meta di decine e decine di accessi per turno e non sempre tutto è gestibile, sia dalla fase di valutazione, che quella dell’intervento medico vero e proprio.
Negli ultimi giorni ci sono stati alcuni casi in cui le urgenze hanno confinato all’attesa alcuni pazienti presenti in sala d’attesa, dopo aver ricevuto il codice al Triage.
«Come si può andare in pronto soccorso alle 10 per un taglio sulla fronte e alle 17 stare ancora in attesa di chiamata? Per quanto voglio essere paziente, capire e comprendere le urgenze, ma è inconcepibile non chiamare u26enne per un quarto d’ora, 20 minuti, quel che ci vuole per suturare una ferita, dopo ore di attesa al pronto soccorso.
Mio figlio è stato chiamato alle 18.30 per 15 minuti di sutura.
Dopo 8 ore e più di attesa finalmente siamo fuori!» Ha riferito una madre, con cui abbiamo dialogato e al di là dello sfogo, legittimo, anche da parte della signora è emersa la considerazione sul Pronto soccorso frontiera, con pochi medici, appena due, a fronteggiare una richiesta di medicazioni e interventi notevolissima.
Comune la riflessione, snellire e alleggerire il carico al Pronto soccorso, sia contrastando gli accessi impropri, quelle prestazioni che potrebbero essere garantite dalla medicina territoriale, sia con la scelta di tornare a privilegiare magari quegli ambulatori da codici bianchi, che separano l’emergenza-urgenza dal resto.
Ma non ci vuole solo la volontà politica, occorrono risorse e personale, in una sanità commissariata dal 2009, tutto questo potrebbe restare sempre un miraggio.
Emanuele Bracone


