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mercoledì 12 Novembre 2025
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Bagno di folla per la visita del Presidente d’Albania a Ururi

URURI. Bagno di folla per la visita del Presidente d’Albania a Ururi. La prima giornata della due giorni in Molise non poteva non concludersi in modo migliore con un’accoglienza entusiasmante a partire dai bambini che, sventolando le bandierine albanese ed italiana, l’hanno acclamato entusiasticamente.

Il Presidente, visibilmente emozionato, si è prestato al gioco dispensando abbracci e facendo foto con i piccoli accorsi in massa. Poi, il Presidente Begaj, accompagnato dalla sindaca Laura Greco-che ha fortemente voluto e lavorato per la realizzazione di questo incontro- alla presenza delle massime autorità civili, militari e religiose, è salito nella casa comunale dove, in un’aula gremita, insieme a tutte le personalità politiche, ha salutato i presenti. Al termine della lunga cerimonia il corteo ha raggiunto la Chiesa Madre dove il parroco Don Michele ha spiegato la storia della chiesa Santa Maria delle Grazie, nota anche come Chiesa Madre, ha mostrato la reliquia del Santo Legno della Croce che è venerata a Ururi ed ha raccontato quando a Ururi si celebrava la messa con il rito greco-bizantino.

Al termine della visita in chiesa, la delegazione albanese, l’amministrazione comunale e tutte le delegazioni istituzionali al seguito hanno raggiunto la villa comunale dove era collocato il nuovo monumento. Prima di svelare il monumento sono stati intonati i due inni nazionali e l’emozione è stata grande nello scoprire la statua realizzata -tra l’altro- da un consigliere comunale, Roberto Anzivino-una statua equestre che raffigura l’eroe nazionale Skanderbeg. La Sindaca Greco si è detta orgogliosa di come ha risposto in maniera massiccia tutta la comunità, segno che il legame con il Paese delle Aquile è vivo e forte. Giorgio Castriota Skanderbeg rappresenta l’anima albanese che rivive negli arbereshe, un eroe, un soldato, che si è ribellato all’Impero Ottomano difendendo l’Albania e parte dei Balcani dall’invasione dei turchi diventando il simbolo della resistenza cristiana. La scelta di collocare l’opera nella villa che è parco della rimembranza dove sono custodite le storie dei nostri padri, dei nostri nonni che hanno combattuto la guerra e dove si custodisce la memoria di coloro che nono sono tornati non è casuale. Skanderbeg non era solo un condottiero, era un visionario, uno stratega che ha dato al suo popolo e all’intera Europa l’esempio di un popolo che combatteva per la libertà e la dignità come ha affermato il Presidente Begaj.

La serata è stata lunga, dopo l’inaugurazione del monumento si è passati all’annullo filatelico per poi ammirare l’esibizione dei ragazzi della scuola John Dewey in canti popolari, danze con costumi tradizionali, poesie e recite teatrali.

Il tutto grazie alla collaborazione delle associazioni locali ma anche grazie al lavoro certosino della dirigente scolastica Immacolata Manna che da diversi anni con dedizione porta avanti questo impegno in ottemperanza alla legge 482 del 1999. Un lavoro che si è arricchito della collaborazione dell’Università della Calabria grazie al Professor. Francesco Altimari, accademico di spicco nel campo dell’albanologia, con una carriera interamente dedicata allo studio della lingua e cultura albanese in Italia e nei Balcani, ma anche con l’Università del Salento e della Sardegna. A questo proposito la dirigente Scolastica ha fatto dono al Presidente di alcuni libri, tra cui un dizionario scritto a quattro mani dalla dottoressa Maria Luisa Pignoli di Portocannone e da Guido Tartaglione di Ururi ed una targa.

Una giornata ricca di emozioni, di commozione di orgoglio per rinsaldare il legame mai spezzato tra Albania e le popolazioni arbereshe al di là dell’Adriatico. Una giornata che, siamo certi, il Presidente Albanese porterà nel cuore per sempre e che può essere l’inizio di futuri incontri. D’altronde, come ha detto la Sindaca Laura Greco, “Benvenuto a Ururi Signor Presidente, benvenuto a casa”.

Emanuela Frate