CAMPOBASSO. Nel 43° anniversario della morte del carabiniere Elio Di Mella, il comando provinciale dell’Arma ha reso omaggio al giovane militare caduto nell’adempimento del dovere con una cerimonia intensa e partecipata, svoltasi ai piedi del loculo che ne custodisce le spoglie.
Era il 7 ottobre 1982 quando Di Mella, impegnato nel servizio di traduzione di un detenuto ad alta sorveglianza da Campobasso ad Avellino, venne brutalmente ucciso in un agguato all’uscita Avellino Est dell’autostrada A16. Otto criminali armati bloccarono l’auto di servizio, disarmarono i militari e liberarono il detenuto. Di Mella, già colpito alla testa con il calcio di un’arma, tentò con coraggio di impedire la fuga, venendo raggiunto da due colpi di pistola, uno dei quali lo colpì mortalmente.
Il suo gesto, espressione estrema di senso del dovere, è stato ricordato con profonda commozione. Alla cerimonia, resa ancora più suggestiva da un drappo rosso con la fiamma dell’Arma e una gigantografia del decorato, erano presenti la moglie Lucia Tamilia e il figlio Luca, circondati dall’affetto delle istituzioni.
Hanno preso parte il Prefetto di Campobasso Michela Lattarulo, l’Arcivescovo Biagio Colaianni, il Generale di Brigata Gianluca Feroce, il Comandante Provinciale Colonnello Luigi Di Santo, autorità comunali di Morcone, Vinchiaturo, Ripabottoni e Campobasso, una rappresentanza della Scuola Allievi Carabinieri di Campobasso guidata dal Colonnello Bruno Capece, e membri delle Associazioni Nazionali Carabinieri e Forestali. Commoventi gli interventi del Prefetto, dell’Arcivescovo, del Generale Feroce e del Generale di Corpo d’Armata a riposo Luigi Robusto, che hanno ricordato Di Mella come esempio fulgido di spirito di servizio e sacrificio.
Nel 2010, per il suo eroico comportamento, gli sono state conferite la Medaglia d’Oro al Merito Civile e la Medaglia d’Oro per le Vittime del Terrorismo.





