TERMOLI. Nel quadro del Rapporto Snpa 2025 sul consumo di suolo in Italia, Termoli emerge come caso emblematico di una dinamica che non risparmia nessun angolo del Paese: l’avanzata delle superfici artificiali, spesso a scapito di territori agricoli, naturali o costieri. Ma quanto pesa davvero Termoli in questo scenario? E come si colloca rispetto ad altri comuni e regioni?
Entro 300 metri dalla costa: Termoli tra i casi monitorati
Il documento Ispra dedica una sezione specifica al consumo di suolo lungo la fascia costiera, con immagini comparative tra il 2005 e il 2023. Termoli figura tra i comuni analizzati, con un incremento di 107 ettari entro i 300 metri dalla linea di costa (+0,17%) e ulteriori 267 ettari tra i 300 metri e 1 km (+0,30%). A questi si sommano 2.121 ettari consumati tra 1 e 10 km dalla costa (+0,57%).
Un dato che, pur non collocando Termoli tra i comuni a maggiore densità di cambiamento, evidenzia una pressione costante sul territorio costiero, in linea con le tendenze nazionali.
Il confronto con i comuni più impattati
Nel periodo 2023-2024, i comuni con il maggior consumo di suolo sono Tarquinia (VT) con 150,13 ettari, Uta (CA) con 147,57 ettari e Montalto di Castro (VT) con 139,59 ettari. Termoli non rientra tra i primi 30 per incremento assoluto, ma la sua presenza nel monitoraggio costiero lo rende strategico per valutare l’impatto ambientale e urbanistico.
Molise: crescita contenuta, ma costante
A livello regionale, il Molise ha registrato un incremento di 49 ettari nel 2024, con una variazione percentuale annua dello 0,24%. È tra le regioni con crescita più contenuta, ma il dato va letto in relazione alla densità demografica e alla fragilità del territorio, spesso soggetto a vincoli idrogeologici e sismici.
Aree urbane e dispersione: Termoli nel contesto nazionale
Il rapporto evidenzia come la densificazione urbana sia spesso accompagnata da dispersione suburbana e consumo di suolo in aree rurali. Termoli, con interventi come supermercati, impianti sportivi e parcheggi, si inserisce in questa dinamica, pur senza raggiungere i livelli di densità di città metropolitane come Milano, Roma o Napoli.
Una sfida di pianificazione e visione
Il dato più significativo è forse quello che riguarda la frammentazione del territorio: l’Italia ha perso oltre 2.300 km² di aree con bassa frammentazione tra il 2006 e il 2024. Termoli, come molti comuni costieri, è chiamata a riflettere su come bilanciare sviluppo, tutela ambientale e coesione territoriale.
In sintesi, Termoli non è tra i comuni più colpiti dal consumo di suolo, ma la sua posizione costiera, la crescita urbana e la pressione turistica la rendono un laboratorio importante per politiche di pianificazione sostenibile. Il confronto con altri territori evidenzia una responsabilità condivisa: quella di preservare il suolo come bene comune, prima che sia troppo tardi.
Emanuele Bracone


