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venerdì 14 Novembre 2025
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Corteo per la Palestina: testimonianze, solidarietà e un appello alla pace

TERMOLI. Corteo per la Palestina: testimonianze, solidarietà e un appello alla pace.
Sabato pomeriggio, Termoli ospiterà una manifestazione pubblica promossa dal gruppo “Palestina Libera”, che vedrà la partecipazione di quattro cittadini palestinesi residenti in Italia: Amira Abuamra, Hatem Abed, Bassam Saleh e Hussain Jaber. I testimoni racconteranno le loro esperienze dirette degli ultimi due anni vissuti in Medio Oriente, in un contesto segnato da bombardamenti, occupazione e violazioni dei diritti umani.
L’iniziativa è stata presentata ufficialmente al Café de Paris, luogo dove si concluderà la giornata con una cena solidale. Il corteo partirà alle ore 18 dalla fine di Corso Nazionale, con lo slogan “Restiamo umani”, lanciando dal Basso Molise un appello alla pace, contro il genocidio e la politica di guerra.
Tra i promotori dell’evento figurano Rossana Caruso, Corrado Del Torto, Fernando De Angelis, Genziana Raimondo, Annamaria Becci, Iolanda Aceto, Mariella Cianci e Pino D’Erminio: un gruppo eterogeneo per età e formazione, ma unito da una profonda pietas verso il popolo palestinese. La manifestazione si inserisce in una mobilitazione internazionale che, dopo due anni di conflitto e oltre settant’anni di occupazione, continua a chiedere giustizia e autodeterminazione.


Durante la conferenza stampa, Rossana Caruso ha ricordato la nascita spontanea del collettivo, «accomunato da un sentimento di umanità e dal rifiuto della violenza sistematica cui il popolo palestinese è sottoposto da decenni». Citando Elias Canetti, ha parlato di “masse solidali” che reagiscono con responsabilità e partecipazione. Dopo le prime raccolte fondi e la mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina adottata da diversi Comuni del Basso Molise, il gruppo ha deciso di scendere in piazza anche a Termoli.
I promotori hanno già devoluto fondi a Medici Senza Frontiere, presentato un appello al Prefetto di Campobasso e sostenuto campagne di sensibilizzazione. «La tregua è un primo passo, ma non basta – hanno dichiarato –. Il genocidio non si ferma con un comunicato. Continueremo a esserci, oggi più di ieri».
Il corteo sarà pacifico e non violento, e culminerà in una cena sociale al Café de Paris. Il ricavato sarà devoluto in parte a Medici Senza Frontiere e in parte all’onlus Gazzella, che cura bambini palestinesi feriti dai bombardamenti. Corrado Del Torto ha ribadito l’importanza di un aiuto concreto, oltre le parole.
Particolarmente toccante l’intervento di Genziana Raimondo, che ha parlato di “rivoluzione delle coscienze”: «La Palestina ha risvegliato le coscienze. Le piazze hanno risposto con indignazione e responsabilità. Difendere i diritti dei palestinesi significa difendere i diritti di tutti».
Il gruppo richiama esplicitamente la filosofia della non violenza, ispirata da Gandhi, Martin Luther King e Nelson Mandela, e ribadisce l’uso di strumenti come boicottaggio, disinvestimento e sanzioni. Annamaria Becci ha sottolineato l’importanza di unire le voci in una piccola regione come il Molise: «Non possiamo restare in silenzio mentre civili vengono bombardati e privati di ogni diritto. È un dovere morale esserci».
La manifestazione è anche un grido contro l’economia di guerra: «Ogni miliardo investito in armi è un miliardo sottratto alla scuola, alla sanità, al lavoro. Viviamo in una terra che conosce la chiusura delle industrie e la fuga dei giovani. Basta guerra, investiamo sulla vita».
In chiusura, Pino D’Erminio ha offerto una riflessione più ampia: «La tregua non risolve il nodo centrale. La pace potrà esistere solo con il riconoscimento di due Stati e il diritto all’autodeterminazione». Il gruppo ha ribadito che difendere la Palestina non significa essere contro gli ebrei, ma contro il sionismo politico. «La liberazione della Palestina dovrà passare anche attraverso la voce del popolo ebraico e la pressione dei governi europei».
«Restiamo vigili. Ma soprattutto, restiamo umani» è il messaggio finale che accompagnerà il corteo e la cena solidale, in una giornata di testimonianza, impegno e speranza.

Emanuele Bracone