TERMOLI. Piazza Duomo si è trasformata oggi, a partire dalle ore 15, in un laboratorio a cielo aperto di espressione artistica condivisa, accogliendo cittadini, associazioni e visitatori per una performance collettiva nell’ambito della Giornata del Contemporaneo. L’iniziativa, promossa a livello nazionale da Amaci con il sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, ha coinvolto oltre 900 realtà pubbliche e private in tutta Italia, tra cui i 26 musei associati.
A Termoli, l’appuntamento ha assunto un significato particolare: la città è infatti tra le quattro finaliste per il titolo di Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2027. L’evento “Dove stai andando?”, che ha visto anche una staffetta virtuale con la località di Casacalenda, dove è stata organizzata una manifestazione in mattinata. Si è voluto ribadire il ruolo dell’arte come motore di dialogo, crescita e inclusione sociale, valorizzando la capacità delle comunità locali di essere protagoniste del cambiamento culturale.
La performance pubblica, aperta al contributo di tutti, ha trasformato lo spazio urbano in luogo di riflessione e partecipazione. Un’azione corale che ha unito linguaggi artistici e voci del territorio, con il coinvolgimento attivo di Alta Marea Festival, del Gruppo folkloristico “A Shcaffétte”, degli Scout “Termoli 1” di Agesci, dell’Istituto Omnicomprensivo Statale “Silvio Di Lalla” di Casacalenda e di BeeComm comunicazione.
«La forza della partecipazione dal basso e la centralità della comunità sono il cuore pulsante di questa candidatura», ha dichiarato uno dei promotori locali. «Con questa giornata rilanciamo il nostro impegno a costruire un futuro in cui l’arte contemporanea sia chiave di identità, attrattività e sviluppo per Termoli e per tutto il Molise».
L’audizione finale delle città candidate si terrà il 16 ottobre a Roma: un appuntamento decisivo per il riconoscimento che potrebbe segnare una svolta storica per il territorio. Intanto, la Giornata del Contemporaneo ha già lasciato il segno, confermando che l’arte, quando condivisa, diventa bene comune e strumento di coesione.


