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venerdì 14 Novembre 2025
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E’ morto Guido Del Sole, il ricordo dello storico caposquadra Fiat

TERMOLI-TAVENNA. Un altro pezzo della vera Fiat se ne va Guido Del Sole (caposquadra Fiat).
Ho appena appreso, con grande dolore, della tua prematura scomparsa, caro Guido.
Tu che sei stato, prima ancora che il mio caposquadra, un amico vero, un compagno di tante giornate vissute fianco a fianco in quello che, allora sì, si poteva davvero chiamare lo stabilimento Fiat.
Oggi, purtroppo, di quella realtà è rimasto ben poco: un nome, un marchio, ma non più quell’anima viva, quella grande famiglia che era capace di unire lavoro, umanità e rispetto reciproco.
Con te, Guido, non c’era solo un rapporto di lavoro. C’era qualcosa di più: una sincera amicizia, costruita giorno dopo giorno.
Ricordo bene – e oggi lo confesso con un sorriso pieno di malinconia – quante volte ti facevo ammattire con i miei permessi e i miei rifiuti agli straordinari, perché già allora avevo i miei impegni giornalistici e radiotelevisivi nei weekend.
Tu cercavi di fare il duro, ma non ci riuscivi mai fino in fondo. Perché dietro quella scorza severa si nascondeva un cuore grande, una bontà vera, autentica. E alla fine, puntualmente, il tuo faccione si scioglieva in una bella risata, e mi concedevi tutto con quell’ironia buona che ti distingueva.
Ti dicevo spesso: “Grazie Guido, ti voglio bene” — e non era una frase detta per caso. Era vera, sentita.
In trent’anni di lavoro in Fiat ho avuto tanti capisquadra, tutti bravi e rispettosi, ma solo tre li ho considerati amici veri: tu, Guido, eri uno di loro.
Gli altri due erano Tonino Moio – che ora ritroverai lassù – e Amerigo Di Giulio, che è stato proprio lui a darmi la triste notizia della tua partenza.
Mentre scrivo queste righe, con gli occhi lucidi, mi scorrono davanti agli occhi trent’anni di vita, più che di lavoro.
Giornate intense, momenti belli e anche difficili, ma sempre condivisi, sempre vissuti insieme, come si fa in una grande famiglia.
Perché la Fiat, ai nostri tempi, era anche questo: una seconda casa, dove spesso passavamo più ore che con i nostri cari.
E tu, con il tuo carattere buono e genuino, eri uno di quei volti che rendevano l’ambiente umano, vero, vivibile.
Ricordo ancora l’ultima volta che ci siamo visti, qui a Termoli. Un incontro breve, ma pieno di affetto. Non immaginavo che sarebbe stato l’ultimo.
Caro Guido, se ne va un altro pezzo importante della mia vita, di quella storia che abbiamo scritto insieme con sudore, risate e amicizia.
Grazie per essere stato non solo un caposquadra, ma un maestro di vita.
Ti auguro un buon viaggio, amico mio.
Ti abbraccio forte, ovunque tu sia.
E a nome mio e di tutta la redazione del mio giornale, le più sentite condoglianze alla tua splendida famiglia.
Ciao Guido, e grazie di tutto.

Michele Trombetta