TERMOLI. Per una volta, non siamo stati contenti di scoprire che anche il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, sia un fan di Vasco Rossi.
Eh sì, perché canticchiando la strofa iniziale di uno dei suoi brani-capolavori, ha dato la stura alla vittoria della località piemontese Alba a Capitale italiana dell’arte contemporanea 2027.
Ma quale canzone? Albachiara, naturalmente, e per chi conosce la letteratura musicale di Blasco, l’associazione di idee con una delle quattro finaliste è stata immediata. Così… è maturata la doccia fredda delle Traiettorie contemporanee, il progetto accomunato tra Comune, Macte e il supporto di un territorio più vasto. Chissà che reminiscenze, visto il brano scritto sulla gradinata di Montecastello poco meno di due anni fa… sono sliding doors.
A ben guardare, conta più il pedigree del programma, visto che la presentazione di Termoli, tra le quattro (con Pietrasanta e Foligno-Spoleto) si caratterizzava per la maggiore ambizione ed energia, ma non è stato sufficiente a scardinare un totem come la candidata piemontese, troppo diverso il peso specifico delle due regioni, stakeholder inscalfibili contro gli emergenti.
Tuttavia, la battaglia è servita a dare consapevolezza e tracciare rotte da tenere a mente, a prescindere dal risultato.
Il Premio Termoli deve diventare un caposaldo dell’offerta culturale e non un concorso di nicchia, questo è uno dei paradigmi da invertire.
Ma la strada imboccata è quella giusta.
Emanuele Bracone

