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venerdì 14 Novembre 2025
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Il giallo della cella frigorifera, la famiglia di Andrea: «Vogliamo la verità»

TERMOLI. Il 15 settembre scorso un drammatico evento ha scosso la comunità di Termoli, riaccendendo i riflettori su un caso che continua a dividere opinione pubblica e inquirenti: la morte di Andrea Costantini, 38 anni, macellaio originario di Penne, trovato senza vita nella cella frigorifera del supermercato dove lavorava.

In un primo momento la vicenda era stata archiviata come suicidio, ma la ferma opposizione dei genitori della vittima, Lidia e Gennaro Costantini, ha portato la Procura di Larino a riaprire il fascicolo.

I familiari, infatti, hanno presentato una denuncia formale chiedendo di indagare per omicidio o, in subordine, istigazione al suicidio.

Il corpo di Andrea fu ritrovato con due ferite da arma da taglio al petto e un coltello insanguinato accanto.
Nella tasca, un biglietto manoscritto che — secondo gli investigatori — avrebbe confermato l’ipotesi del gesto volontario.

I genitori, però, non hanno mai accettato questa conclusione. “Non è suicidio. È impossibile che si sia accoltellato due volte. Sul corpo di nostro figlio c’erano segni di strangolamento, visibili nelle foto” hanno dichiarato i coniugi Costantini.

Nel cuore della denuncia, redatta con l’assistenza del legale di famiglia, c’è un’accusa diretta nei confronti della compagna di Andrea, Angela, madre del loro figlio minore.

Secondo i genitori, l’uomo voleva separarsi per tornare a lavorare nell’azienda agricola di famiglia a Penne e sarebbe stato vittima di violenze domestiche.

Tra le ipotesi avanzate, i familiari non escludono nemmeno — seppur con cautela — un possibile legame con ambienti criminali locali, chiedendo il sequestro di un terreno acquistato da Andrea poco prima della morte.

Angela, la compagna di Andrea, ha voluto rispondere alle accuse, affidandosi alle parole della sua avvocata.

“Queste ricostruzioni sono gravissime e prive di riscontri. Non solo ledono la mia dignità, ma infangano anche la memoria di Andrea, che amavo profondamente”, ha dichiarato la donna, chiedendo rispetto per la sua privacy e per quella del figlio.

Angela ha raccontato di un uomo affaticato e provato da un periodo difficile, ma non violento né intenzionato a interrompere la loro relazione.

“Andrea soffriva da tempo, ma cercavamo insieme un equilibrio. Parlare di omicidio è una ferita che si riapre ogni volta”.

Secondo la difesa, l’uomo stava attraversando una forte depressione e non aveva mai espresso il desiderio di allontanarsi dalla compagna o di riprendere i rapporti lavorativi con l’azienda di famiglia.

La morte di Andrea Costantini, per la sua natura controversa e le ipotesi contrapposte, ha attirato l’attenzione anche dei media nazionali.
Oggi, 27 ottobre 2025, il caso è stato affrontato nel programma “La Vita in Diretta”, che ha dedicato un servizio alla vicenda, dando spazio sia ai genitori della vittima che alla versione della compagna.

L’obiettivo, come sottolineato dagli autori del programma, è riportare ogni voce con equilibrio, senza giudizi anticipati, nel pieno rispetto del dolore di tutti i protagonisti.

Il caso di Andrea Costantini resta un enigma sospeso tra due verità: da un lato, l’ipotesi di un gesto estremo compiuto in un momento di disperazione; dall’altro, la convinzione della famiglia che dietro quella scena si nasconda un crimine abilmente camuffato.

La Procura di Larino dovrà ora valutare le nuove istanze e decidere se procedere con gli accertamenti richiesti — a partire da autopsia e perizia grafologica — per fare piena luce sulla morte di Andrea.

Eliana Ronzullo