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mercoledì 12 Novembre 2025
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Il Molise tappa del viaggio tra i “Parchi del Vento” della Penisola

RIMINI. Dal cuore dell’Alto Molise, tra le creste appenniniche, alla Valle del Belice, in Sicilia, passando all’entroterra lucano e pugliese, l’Italia dei “Parchi del Vento” continua a riservare soprese. Qui, fuori dai circuiti turistici più frequentati, si possono scoprire territori dove gli impianti eolici non solo sono laboratori di transizione ecologica ma anche attrattori di turismo. A raccontarlo sono i 29 impianti selezionati da Legambiente, di cui 7 nel 2025, al centro della quarta edizione della guida turistica “Parchi del Vento”, realizzata dall’associazione ambientalista con il contributo di Agsm AIM, RWE, Winderg, il patrocinio di ANEV, e presentata oggi alla Fiera Internazionale del Turismo a Rimini. Una guida unica in Italia che, dal nord al sud della Penisola, ben racconta il connubio vincente tra innovazione, energia pulita e turismo attraverso la formula del viaggio. Sono tanti e diversi i luoghi dove si possono vedere da vicino questi impianti, scoprendone il loro funzionamento, e allo stesso tempo visitando territori a piedi, in bici o a cavallo e ricchi di storia, cultura, bellezze e prelibatezze culinarie. I sette nuovi impianti eolici (2 in Molise, 1 in Puglia, 2  in Basilicata, 2 in Sicilia,) inseriti nella guida 2025 e che si aggiungono ai 22 censiti nelle precedenti edizioni, ne sono un perfetto esempio: il parco eolico di Vastogirardi, lungo le creste dell’Appennino molisano, in provincia di Isernia, e quello di Castelmauro in provincia di Campobasso circondato da verde e colline intervallate da piccoli borghi, in Puglia l’impianto eolico Valleverde a Bovino (FG), comune annoverato tra i borghi più belli d’Italia, quello di Partanna (TP), nel cuore della Valle Belice, e quello di Gangi, in provincia di Palermo, tra le Madonie e i monti Nebrodi, e poi in Basilicata l’impianto eolico di “Santa Tecla”, ad Avigliano (PZ), e quello di Tivano, a Lavello (PZ). Nelle pagine della guida, oltre alla scheda di presentazione di ogni impianto, si possono trovare info su come arrivare nei luoghi, cosa visitare, dove andare a mangiare, quali percorsi e sentieri fare, il tutto insieme a storie e aneddoti dei territori.

“Per contrastare l’emergenza climatica e migliorare le condizioni sociali del nostro Paese – commenta Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente – è fondamentale non solo far crescere la produzione da rinnovabili e rendere finalmente il nostro sistema energetico libero da carbone, petrolio e gas, escludendo l’inutile e costoso ritorno al nucleare, ma anche fare in modo che queste tecnologie portino sempre più vantaggi ai territori e alle comunità. Gli impianti eolici non sono né ecomostri né impianti mostruosi come affermato da alcune amministrazioni locali. Con la nostra guida turistica Parchi del Vento, grazie alla collaborazione di diversi partner, raccontiamo a cittadini, turisti, curiosi ma anche imprese e amministrazioni come ciò sia possibile perché un parco eolico, se ben integrato con il territorio, può essere un volano per attirare curiosità verso i territori in cui sono ospitati, valorizzando le attività esistenti. Non dimentichiamo inoltre che, per completare la rivoluzione energetica, è fondamentale spingere sempre più sulle rinnovabili snellendo gli iter normativi e coinvolgendo le comunità locali”.

“Intorno ai parchi eolici che raccontiamo all’interno della Guida Parchi del Vento – aggiunge Sebastiano Venneri, responsabile turismo di Legambiente– stanno nascendo sempre di più opportunità interessanti, come percorsi ciclopedonali, passeggiate a cavallo, il passaggio del Giro d’Italia. Ma anche impianti perfettamente integrati con vitigni e uliveti e che permettono di riscoprire tradizioni e culture storiche, ormai dimenticati da molti. Questi impianti sono la dimostrazione che integrare nuovi impianti nel paesaggio è non solo possibile ma anche una sfida che può essere affrontata solo con il consenso delle comunità attraverso forme innovative e affascinanti di valorizzazione delle risorse locali”.

Dati eolico in Italia: Legambiente ricorda che in Italia l’eolico svolge un ruolo sempre più rilevante, arrivando ad agosto 2025 a quota 13.356 MW di potenza installata, di cui 685 realizzati nel 2024 e 337 nel 2025, in grado di produrre, nel 2024, complessivamente 22.068 GWh/a di energia elettrica, pari al fabbisogno di circa 8,1 milioni di famiglie. Un numero che negli ultimi vent’anni è cresciuto passando da 1.131 MW del 2004 ai numeri attuali, permettendo a questa tecnologia di produrre il 17,2% del totale prodotto da fonti rinnovabili e di fornire un contributo rispetto ai consumi complessivi italiani pari al 7%. Per accelerare la diffusione dell’eolico, sia a terra sia a mare, occorre però snellire e velocizzare gli iter autorizzativi coinvolgendo sempre più comunità e territori, semplificando anche la normativa per il repowering degli impianti esistenti.

Focus Parchi eolici. Molise: Tra i comuni di Castelmauro e Roccavivara, nella provincia di Campobasso, si trova il parco eolico di Castelmauro (CB) di Enel Green Power Italia situato a 800 metri sul livello del mare e circondato da verde e colline. Entrato in funzione nel 2022, l’impianto dispone di 7 aerogeneratori, ognuno da 4,2 MW, per una capacità installata complessiva di 29,4 MW. Nel primo periodo di esercizio ha prodotto in media oltre 55.000 MWh di energia pulita all’anno, fornendo energia pulita e rinnovabile a 3.700 famiglie (circa un quarto delle famiglie del Molise) ed evitando l’immissione in atmosfera di 4.384 tonnellate di CO2.  Merita di essere vistato il borgo di Castelmauro tra dolci colline punteggiate da ulivi, vigneti e boschi secolari, e il castello medievale. Sempre in Molise, lungo le creste dell’Appennino, si trovano i due parchi eolici contigui di Vastogirardi 1 e 2 di Enel Green Power Italia, immersi in un paesaggio ancora integro. Qui le 18 turbine per complessivi 26,35 MW, seguono il ritmo del territorio. Gli aerogeneratori, distribuiti su creste tra i 1.240 e i 1.270 metri sul livello del mare a cavallo tra il Comune di Vastogirardi e quello di Capracotta. Piccoli comuni ricchi di storia e bellezze naturalistiche, come il bosco di Montedimezzo, riconosciuto come parte della Riserva MaB UNESCO: 276 ettari di cerrete e faggete che compongono un ecosistema intatto, percorso da sentieri, abitato da caprioli, lupi e rapaci.