TERMOLI. Palazzo Crema, demolizione della parte moderna avviata. Al suo posto un nuovo spazio urbano tra memoria e futuro.
Sono iniziate le operazioni di riqualificazione di Palazzo Crema, edificio signorile e plurifamiliare costruito negli anni Venti del Novecento, da tempo in stato di abbandono. L’intervento segna l’avvio concreto di un progetto di rigenerazione urbana che trasformerà l’area in un nuovo spazio residenziale e pubblico, restituendo vitalità a un nodo centrale della città.
Il progetto: residenza, piazza e verde.
Al posto dell’edificio sorgerà un nuovo complesso a destinazione residenziale, con appartamenti moderni, parcheggi interrati e una piazza pubblica aperta alla cittadinanza. Il progetto, promosso da privati in sinergia con il Comune di Termoli, prevede anche la realizzazione di spazi verdi e percorsi pedonali, con l’obiettivo di migliorare la vivibilità del quartiere e valorizzare il contesto storico-ambientale.
L’intervento è stato autorizzato dalla Soprintendenza, nel rispetto dei vincoli paesaggistici e delle normative urbanistiche vigenti. L’area, inserita nel Piano Regolatore Generale del 1971 e nella variante del 1977, ricade in zona B1, destinata al risanamento. La demolizione è dunque il primo passo verso una nuova centralità urbana, capace di coniugare memoria storica e funzionalità contemporanea.
Un edificio che ha fatto la storia
Palazzo Crema, situato tra Corso Vittorio Emanuele III, via Aubry e via Carlo del Croix, fu abitazione della famiglia Crema, che vi gestiva anche attività artigianali: una falegnameria, un laboratorio per la calce e un impianto per la produzione di tubi in cemento. L’edificio è legato alla “scalinata del folklore”, realizzata nel 1939 dal podestà Cieri per superare il dislivello tra via Aubry e il corso principale. Distrutta dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, fu ricostruita in legno, diventando simbolo della ricostruzione cittadina.
La struttura, a blocco rettangolare su quattro livelli, presentava murature in mattoni e intonaco, copertura a padiglione con tegole marsigliesi e balconi “alla romana” con archi a tutto sesto. Vincolato dal 1970 ai sensi della legge 1497/1939, l’edificio era da tempo inutilizzato e in stato di conservazione “pessimo”, come documentato dalla scheda ICCD e dai rilievi fotografici del progetto Restarc.
Una trasformazione attesa
La demolizione non rappresenta una perdita, ma l’inizio di una trasformazione urbana attesa da anni. Il nuovo progetto punta a restituire alla città uno spazio vivo, accessibile e integrato, capace di dialogare con la storia del quartiere e offrire nuove opportunità di residenza e socialità. Termoli saluta così un frammento del suo passato, con lo sguardo rivolto al futuro.












