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mercoledì 12 Novembre 2025
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«La malattia porta a una nuova visione della vita»

CASACALENDA. Lunedì scorso l’ennesima testimonianza sull’importanza del ‘sollievo’ che viene garantito all’Hospice di Larino, qualche giorno prima, sabato sera, nella sala comunale di Casacalenda intitolata “Il filo di Achille Pace”, si è svolto l’incontro pubblico “Dall’altra parte”, promosso dall’Associazione “Per non dimenticare – Gli amici di Tiziana” con il patrocinio dell’Amministrazione comunale, in occasione del mese dedicato alla prevenzione oncologica. L’iniziativa, proposta dalla professoressa Maria Luisa Tozzi e raccolta dal dottor Michele Giambarba, presidente dell’associazione, ha avuto come obiettivo quello di accrescere la sensibilizzazione verso le problematiche oncologiche, creando uno spazio di ascolto, comprensione e condivisione, capace di generare risposte concrete ai bisogni che emergono lungo il percorso della malattia. Dopo i saluti istituzionali, la sindaca Sabrina Lallitto ha sottolineato l’importanza di “prenderci cura di noi”, ricordando come la prevenzione sia il primo passo e come gli screening possano fare davvero la differenza, purtroppo ancora poco diffusi in Italia, che si colloca all’ottavo posto in Europa per adesione.

A moderare l’incontro è stata la ricercatrice Sara Kullafi, dell’Università di Cassino, che ha condiviso la propria esperienza personale e posto una riflessione sul pensiero comune che spesso accompagna la malattia oncologica: «non toccherà mica a me?» Un pensiero diffuso che allontana la consapevolezza, mentre i dati ci invitano ad essere più attenti alla nostra salute. Il dottor Mariano Flocco, direttore dell’Hospice di Larino, ha illustrato come la malattia oncologica sia trasversale e presente in ogni fascia d’età. Ogni paziente vive il proprio percorso in modo unico, e spesso la malattia porta a una nuova visione della vita, più attenta all’essenziale. «Ci fa comprendere cos’è l’essenziale che va vissuto e consente di capire il senso della vita». La psicoterapeuta Paola Di Sabato ha ricordato che “la cura è sempre la cura di un nome e non di un numero”, raccontando la propria esperienza tra Hospice e Consultorio. «Il mio lavoro è quello di asciugare lacrime, di assistere chi nel dolore fisico non ha accettato la malattia e vorrebbe riavere una vita sana». Ha descritto le fasi del percorso oncologico come «tre parole in una sola storia: dolore, cura e rinascita», donando ai presenti la raccolta «Le parole che restano – Carte per il tempo della cura», dedicata alle sue «sorelle d’anima».

La dottoressa Milena Franchella, presidente provinciale Lilt Campobasso, ha ribadito l’importanza della prevenzione, dell’alimentazione sana e del ruolo dei medici di base. Ha proposto la nascita di una delegazione Lilt a Casacalenda per facilitare l’accesso ai servizi sul territorio. Cuore pulsante dell’incontro sono state le testimonianze dirette: Maria Luisa Tozzi ha raccontato la scoperta della malattia nonostante anni di screening, il disorientamento iniziale, lo “sdoppiamento” che le ha permesso di gestire ansie e paure. Ha trasmesso serenità, resilienza e una gioia profonda nel vivere ogni giorno. Serafina Raimondo ha vissuto un percorso repentino, da asintomatica al ricovero in poche ore. «Non sono una malata, ho un problema di salute da affrontare», ha detto con grinta. Il suo sorriso racconta la voglia di vivere e la gratitudine verso i medici di Campobasso. Rita Marcogliese ha affrontato la malattia due volte: a 27 anni, appena laureata, e poi a 52, durante uno screening. Ne è uscita più forte, imprenditrice di successo, grata agli infermieri dell’oncologia di Campobasso. «Non ho mai smesso di sorridere alla vita, felice di avere tre nipoti stupendi». L’incontro ha spostato lo sguardo “dall’altra parte”, dove la malattia non è solo diagnosi, ma viaggio che coinvolge corpo, mente e relazioni. Dove ogni gesto, parola e silenzio può fare la differenza.

La sala gremita ha accolto con partecipazione le testimonianze, apprezzando la forza e la serenità delle protagoniste, che hanno vissuto la malattia come un problema da affrontare, non come un nemico da combattere. E hanno saputo trasmettere il valore della prevenzione.

Giuseppe Alabastro