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martedì 28 Ottobre 2025
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La raccolta delle olive tra sentieri sterrati e antica memoria

COLLETORTO. A Colletorto “Paese dell’olio” è iniziata la raccolta delle olive in un paesaggio di antica memoria, tra sentieri sterrati e macchie autunnali.

Bagna la pioggia i tronchi rugosi, contorti e stanchi. Bagna la cima e le chiome argentee dei vecchi oliveti colletortesi. In un habitat di antica memoria che colpisce il visitatore. Tra due dita di nebbia, sotto un cielo tutto grigio, s’interrompe il lavoro nei campi in attesa di un clima migliore. In questo entroterra molisano, tra le dolci pendici che scendono da San Giuliano fino alle terre della Capitanata, il paesaggio dunque muta d’aspetto e fa un po’ tutti pensare. L’abitato di Colletorto ha una cornice particolare. Il borgo fa da sentinella arroccata sui tanti terreni olivetati. S’intreccia e si apre tra i rami degli ulivi. Fieri in questa nuova stagione. Nel saliscendi dei pendii, gli ulivi disegnano un paesaggio a forti tratti espressivi sulle due sponde del Vallone di Santa Maria. La voce silente dell’antica Lauretum è al centro di questo variegato patrimonio olivicolo con le sue tante note storiche. Sono luoghi carichi di memoria e di curiose vicende di ieri e di oggi. Lasciano senz’altro un segno di bellezza da scoprire. Gli ulivi, pieni di pace, nell’andamento lento delle vita che scorre nei borghi, quando crescono sono felici. Arricchiscono di qualità anche il nostro respiro. In verità negli ultimi decenni sono cresciuti abbastanza. Nella sua dolce morfologia il contesto olivicolo colletortese ha davvero tanto da dire. Il paesaggio è storico. Va tutelato da ogni aggressione per poter contare sulle agevolazioni in corso. I piccoli appezzamenti olivetati, geometrici, a toppe, a strisce, talvolta allungati, rimandano al culto delle tradizioni locali. E alle fatiche d’un tempo pesanti per tante famiglie. È un atto d’amore doveroso ricordarle.

Dalla Difesa, tra le grotte arenarie, i caseggiati rurali abbandonati, e tra le tante tracce di ieri, il ricordo le rimette improvvisamente in piedi. Ogni anno il giro processionale in mezzo agli ulivi della graziosa Madonnina Nera di Santa Maria rievoca il viaggio di una memoria antica più volte nel corso dell’anno. Laureto è il simbolo identitario di questo spaccato olivetato fin dai tempi dei Normanni. Qui la preghiera solitaria si riversa sul tratturo Celano – Foggia, nei pressi di Monte Calvo, fino alla vallata del Fortore più ampia. Qui l’esperienza agricola è secolare. La sua architettura rurale è radicata in vincoli tradizionali. Un tempo gli oliveti a forma di “striscia” facevano parte di quella dote matrimoniale che i proprietari assegnavano alle giovani famiglie per poter avere l’olio tutto l’anno. In questo periodo le reti verdi sotto gli alberi annunciano che la campagna di quest’anno è appena avviata. Gli agricoltori del luogo puntano molto su questo settore. Perché l’olio è senz’altro il re della tavola. E l’alimento alla base di ogni condimento. L’olio extravergine poi proveniente dalle cultivar locali, “L’Oliva Nera di Colletorto” e la “Rumignana”, garantisce un retrogusto e una serie di sentori che esaltano il palato nel modo migliore.
“Si può dire che nel Molise la raccolta delle olive è partita con prospettive incoraggianti – precisa Mena Aloia. Se il Nord Italia deve fare i conti con un forte calo dovuto ad eventi meteorologici avversi, nel Sud si registrano condizioni senz’altro più favorevoli. In Puglia e Calabria si stima una produzione maggiore rispetto all’anno scorso. Anche in Molise, a quanto pare, si presenta migliore della passata campagna olearia con una produzione di olio superiore. Le diciotto cultivar autoctone del Molise, diffuse sul territorio regionale, confermano in effetti la produzione di un olio tipico e pregiato”. Il Comune di Colletorto è tra i soci fondatori dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio. Il simbolo di questa associazione identitaria, opera dello scultore Pasquale Napoli, spicca scolpito in marmo nella sala consiliare, al centro di un bel ciclo di tele del ‘700 napoletano: “L’Allegoria delle Quattro Stagioni”. Con una Cooperativa dedicata a San Giovanni Battista, patrono del paese, e ben tre frantoi di ultima generazione, Colletorto, sulle tracce di un glorioso passato, vanta una bella realtà olearia.

Luigi Pizzuto