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venerdì 14 Novembre 2025
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Nel ricordo dei “Piccoli Angeli” la missione di proteggere i più giovani e costruire una comunità migliore

SAN GIULIANO DI PUGLIA. Li chiamano “Piccoli Angeli”, perché la loro vita si è fermata troppo presto. Oggi avrebbero avuto 29 anni. Avrebbero, perché 23 anni fa un destino crudele li ha strappati a questa vita. Insieme. Un’intera classe, in quella che doveva essere una mattina tranquilla d’ottobre, nella loro seconda casa: la scuola. E con loro se ne è andata anche la loro maestra, custode di sorrisi, sogni quotidiani e piccole vittorie giornaliere.

Quel giorno, la tragedia ha segnato per sempre la comunità. Famiglie intere hanno perso figli e fratelli, e una città ha visto il proprio cuore spezzarsi in un istante. Il dolore è rimasto immenso, silenzioso e costante, perché non ci sono parole in grado di colmare l’assenza di chi non ha avuto il tempo di vivere la propria infanzia e costruire la propria storia.

Negli anni, la memoria di quei bambini è diventata una guida per chi è rimasto, un faro per la comunità che non vuole dimenticare. Ogni iniziativa commemorativa, ogni momento di riflessione nelle scuole, ogni cerimonia pubblica ha trasformato il lutto in un impegno: ricordare non solo per non dimenticare, ma per insegnare alle nuove generazioni il valore della vita, dell’affetto e della solidarietà.

Gli studenti continuano a raccontare quei bambini attraverso canti, poesie e lavori creativi, trasformando il dolore in insegnamento. Ogni cuore deposto, ogni parola letta ad alta voce, ogni gesto simbolico serve a dire che l’amore e la memoria non si spengono mai, e che le vite stroncate troppo presto lasciano un segno indelebile nella coscienza collettiva.

Il ricordo dei “Piccoli Angeli” ci richiama anche a una responsabilità concreta: quella di proteggere i più giovani, di costruire comunità più attente e solidali, di essere vicini a chi soffre e di mantenere viva la memoria di chi non può più parlare. La tragedia insegna che la vita è fragile e preziosa, e che la perdita dei più piccoli lascia un’impronta che dura per sempre.

Oggi, a 23 anni di distanza, le immagini, le storie e i volti dei bambini e della maestra sono più vividi che mai. Non solo come ricordo, ma come monito e stimolo a coltivare valori di compassione, vicinanza e umanità. Ogni commemorazione è un atto di amore: un modo per dire alle famiglie che non sono sole, che la loro perdita è condivisa, che la memoria collettiva continuerà a custodire i loro cari.

Il tempo non cancella il dolore, ma lo trasforma in forza educativa. Le nuove generazioni imparano così il significato profondo della memoria, della responsabilità verso gli altri e dell’importanza di costruire comunità coese e attente. I “Piccoli Angeli” restano presenti ogni volta che qualcuno riflette sulla fragilità della vita, ogni volta che un bambino riceve cura e protezione, ogni volta che il ricordo diventa insegnamento.

23 anni dopo, ricordare significa anche guardare al futuro. Significa rinnovare l’impegno a creare spazi sicuri per l’infanzia, a sostenere chi educa e accompagna i bambini e a trasmettere valori che possano durare più di ogni tragedia. I “Piccoli Angeli” non sono solo memoria: sono una presenza viva nei cuori e nelle azioni di chi continua a custodirli, un richiamo costante a vivere con umanità, amore e responsabilità.

Alberta Zulli