TERMOLI. In Molise, nei primi nove mesi del 2024, sono stati registrati 23 reati commessi a danno di minori, con un aumento del 28% rispetto all’anno precedente. Le vittime sono per lo più bambine, un dato che supera di gran lunga la media nazionale, dove si è registrato un incremento del 4% con oltre 7.000 casi totali.
A fornire il quadro è il Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale, nel report diffuso dalla Fondazione Terre des Hommes in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sui minori.
«La violenza contro i bambini e gli adolescenti è una ferita profonda che segna non solo le vittime dirette, ma l’intera comunità. Gli effetti psicologici, relazionali e sociali si proiettano per decenni, con costi altissimi anche per la collettività”, sottolinea Nicola Malorni, psicologo e promotore di diversi progetti di tutela per minori vittime di abuso.
Secondo Malorni, la violenza sui minori non è solo un dramma umano e morale, ma anche un’emergenza sanitaria e sociale. Le conseguenze a lungo termine — disturbi d’ansia, depressione, difficoltà relazionali, dipendenze, autolesionismo, problemi di integrazione lavorativa e genitorialità compromessa — richiedono interventi terapeutici complessi e spesso prolungati per tutta la vita.
«Ogni abuso che non viene prevenuto o trattato tempestivamente genera un costo futuro per la sanità pubblica e per il welfare- continua Malorni- Parliamo di spese legate ai servizi di salute mentale, alle terapie riabilitative, al sostegno economico e sociale. Ma soprattutto parliamo di un impoverimento umano: vite che avrebbero potuto svilupparsi in modo sano e creativo rimangono segnate dal trauma.
Negli ultimi anni, lo psicologo ha più volte cercato di attivare progetti di intervento specialistico per la presa in carico dei minori vittime di violenza, ma entrambi i tentativi sono naufragati per mancanza di fondi e di una programmazione strutturale.
In Molise, come in molte regioni italiane, la tutela dei minori continua a poggiare su iniziative frammentarie, affidate spesso alla buona volontà di singoli professionisti o enti locali. È tempo di uscire da questa logica di precarietà e costruire un sistema stabile, capace di garantire continuità, competenza e risposte immediate. Ci sono oggi sensibilità diffuse e professionisti qualificati: manca solo la decisione politica di sedersi attorno a un tavolo e dare finalmente priorità alla protezione dei bambini
Un appello che va oltre l’indignazione per i numeri: è una richiesta di responsabilità collettiva. Proteggere i minori non è solo un dovere etico, ma un investimento nel futuro della comunità».

