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martedì 18 Novembre 2025
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Ricordando la mamma: quando l’amore dei figli incontra la dedizione di chi cura

GUGLIONESI. Quando si parla di forza, di coraggio e di amore, la prima persona che ci viene in mente è la mamma. La donna che ci ha messo al mondo. La donna che ha fatto sacrifici per la sua famiglia e i suoi figli.
Rosaria e Antonio D’Amario lo sanno bene. Perché mamma Nicoletta è stata tutto questo e, quando la malattia, la Sla, ha preso il sopravvento e le parti si sono invertite, non hanno esitato un attimo a darle tutto l’amore e il coraggio che solo lei aveva insegnato loro.
Negli anni difficili, ogni giorno era scandito da piccoli gesti, routine e attenzioni che facevano la differenza. E in questo percorso la famiglia ha potuto contare su persone straordinarie: infermieri, operatori e assistenti che hanno trasformato la cura in vicinanza, supporto e rispetto.

Rosaria e Antonio hanno visto quanto la professionalità unita all’empatia possa fare la differenza: persone capaci di ascoltare, di capire e di accompagnare una famiglia senza mai interrompere la dignità e la serenità di chi riceve assistenza. Quella presenza costante ha permesso loro di vivere insieme i momenti più delicati con più sollievo e sicurezza.

Con il tempo, l’assistenza quotidiana è diventata una vera e propria rete di sostegno: invisibile ma tangibile, discreta ma essenziale. La famiglia ha potuto affrontare la malattia con maggiore serenità, sapendo che mamma Nicoletta era sempre seguita con attenzione e cura.

Oggi, mentre ricordano la loro mamma, Rosaria e Antonio vogliono soprattutto ringraziare chi ha reso possibile tutto questo. Non sono solo nomi, non sono solo professionisti: sono uomini e donne che hanno fatto della loro missione un dono.

La dottoressa Cinzia Vernacchia è stata sempre lì, con parole calme e rassicuranti, capace di far sentire la famiglia al sicuro anche nei momenti più complicati. L’equipe del Centro Trasfusionale li ha accolti con presenza costante, sorrisi e gesti che sembravano piccoli, ma che davano una forza enorme. I farmacisti Ginetto e Antonio Berchicci, la dottoressa Floro, il dottor Giuseppe Pranzitelli, insieme a Giovanna, Veronica, Gilda, Luana, Miriana, Daniele e Andrea, hanno accompagnato la famiglia con discrezione e cura, facendoli sentire protetti e sostenuti a ogni passo e la fisioterapista Michela.

E poi c’è stata Giovanna Spadanuda, un vero faro nella quotidianità della famiglia: pronta a intervenire appena ce n’era bisogno, sempre attenta ai dettagli, sempre con un gesto gentile o una parola che portava sollievo. Quando entrava nella stanza, sembrava che tutto diventasse un po’ più leggero: ogni difficoltà si trasformava in coraggio, ogni preoccupazione in speranza.

Le Oss, Maria Rosaria, Yasmin, Erika, Lucia, Tamara e Filomena, hanno reso ogni giorno meno pesante con sorrisi sinceri, gesti attenti e piccoli accorgimenti che facevano sentire la famiglia davvero accompagnata. Non si limitavano ai loro compiti: la loro presenza, il loro ascolto e la loro sensibilità andavano ben oltre quanto ci si aspetta normalmente da operatori sanitari, trasformando ogni momento in calore, vicinanza e conforto.

Rosaria e Antonio hanno percepito, in ogni sguardo, in ogni parola e in ogni gesto, quanto l’amore e la dedizione di queste persone abbiano reso più sopportabili i giorni più difficili, facendo sentire mamma Nicoletta circondata da cura e affetto.

La storia di Nicoletta è la storia di un amore che non si misura solo nei gesti grandi, ma soprattutto in quelli quotidiani: l’amore di una mamma, l’amore dei figli e l’amore di chi sceglie di prendersi cura degli altri con il cuore.

Alberta Zulli