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domenica 16 Novembre 2025
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Sanità e Stellantis: un lunedì particolare, il giorno dei destini incrociati per il Molise

TERMOLI. Un incrocio davvero particolare, quello che oggi vede in discussione destini del territorio, tra pubblico e privato.

Ci sono giornate che sembrano scritte per caso sul calendario, ma che finiscono per raccontare molto di più di una coincidenza. Il 20 ottobre 2025 è una di queste.

Mentre a Campobasso si riuniscono in audizione i vertici dell’Asrem, della Regione e i commissari alla sanità per fare il punto su un sistema sanitario regionale ormai allo stremo, tra Torino e Termoli si accendono i riflettori sullo stabilimento Stellantis, dove i sindacati metalmeccanici incontrano il ceo Antonio Filosa per discutere del futuro di un sito produttivo strategico, ma attraversato da timori e incertezze. Il culmine si avrà nel pomeriggio, proprio con gli incontri dei commissari a Palazzo D’Aimmo e di Filosa coi sindacati.

Due fronti diversi, una sola domanda di fondo: che futuro attende il Molise?

Sul tavolo della sanità pesa una storia lunga 16 anni di commissariamento, tagli, ospedali svuotati e personale ridotto all’osso. L’audizione di oggi arriva in un clima teso, tra richieste di trasparenza e la necessità di ridisegnare una rete ospedaliera che risponda davvero ai bisogni dei cittadini, non solo alle compatibilità di bilancio. Il Molise sanitario non può più essere una contabilità di debiti e decreti, ma una comunità da ricostruire, pezzo dopo pezzo, fiducia dopo fiducia. Con interesse sulle sorti di reparti cruciali come l’Emodinamica e il Punto nascita.

A Torino, con attenzione massima su Termoli, si consuma un’altra partita decisiva. L’incontro tra Filosa e le sigle Fim, Fiom e Uilm è il momento più atteso di un autunno che si preannuncia cruciale per lo stabilimento molisano. Qui si produce ancora il motore endotermico, ma tutti sanno che il futuro si gioca sull’elettrico e sulle nuove piattaforme industriali, come l’ibrido, e il progetto della Gigafactory al palo. Per i lavoratori, non è solo una vertenza occupazionale: è la tenuta sociale di un intero territorio.

Sanità e industria, pubblico e privato, due facce dello stesso destino. Entrambi parlano di continuità e riconversione, di come il Molise possa — o debba — reinventarsi senza rinunciare a sé stesso. Da un lato, servono medici, infermieri e strutture; dall’altro, servono investimenti, innovazione e visione. In entrambi i casi, serve politica: quella che non si limita alle audizioni o agli incontri tecnici, ma che assume decisioni e responsabilità.

Il 20 ottobre 2025, forse, non cambierà la storia del Molise. Ma può segnare il punto in cui la regione decide di guardarsi allo specchio. Tra una sanità da guarire e una fabbrica da rilanciare, la posta in gioco è la stessa: la dignità del lavoro, dei servizi, e delle persone che continuano, testardamente, a credere in questa terra.

Emanuele Bracone