Al Cosib la tappa molisana del tour del ministro Zangrillo: semplificazione, digitalizzazione e capitale umano per un Paese più efficiente
TERMOLI. Nella mattinata di oggi, giovedì 23 ottobre 2025, la sala conferenze del Cosib, ha accolto la diciannovesima tappa del tour nazionale “Facciamo Semplice l’Italia. Parola ai territori”, promosso dal Dipartimento della Funzione Pubblica e fortemente voluto dal ministro Paolo Zangrillo.
Un appuntamento che ha trasformato Termoli in un laboratorio di idee, con istituzioni, imprenditori e amministratori locali chiamati a confrontarsi sul tema cruciale della semplificazione amministrativa e della trasformazione digitale della macchina pubblica.
Un confronto dal territorio per il territorio
A fare gli onori di casa, il presidente del Cosib Piero Donato Silvestri, il quale ha ricordato come la riforma avviata dal ministero rappresenti “una svolta epocale per l’intero sistema amministrativo”, destinata a incidere anche sulle aree industriali.
«Siamo interessati come area produttiva – ha spiegato – perché la semplificazione investe direttamente gli sportelli unici per l’edilizia e per le attività produttive. Eliminare pareri superflui e uniformare le procedure significa risparmiare tempo e risorse per le imprese».
Accanto a lui, il sindaco Nico Balice ha rimarcato la complessità di un territorio come Termoli, “dove convivono mare e industria, turismo e manifattura”, e la necessità di “una pubblica amministrazione efficiente, smart, più vicina ai cittadini e agli operatori economici”.
Con toni sinceri ha aggiunto: «Quando la politica riesce a far sorridere i dipendenti comunali, lavora meglio. La presenza dello Stato, anche fisica, ci aiuta a non perdere opportunità e a fare quel cambio di passo di cui abbiamo bisogno».
Roberti: “Semplificare è innovare”
Nel suo intervento, il presidente della Regione Molise Francesco Roberti ha sottolineato come il titolo stesso dell’iniziativa sia “una sfida difficile ma necessaria”.
«Nel mercato globale – ha affermato – il tempo perso è competitività persa. L’impresa non può attendere mesi per una risposta. Innovazione e semplificazione camminano insieme: usare la tecnologia significa ridurre tempi e distanze, ma anche restituire fiducia agli investitori».
Roberti ha poi tracciato un parallelo tra passato e presente, ricordando come l’Italia degli anni Sessanta sapesse coniugare estetica, sostanza e innovazione. «Oggi – ha aggiunto – possiamo fare domande e concorsi dal divano di casa: questa è la differenza tra burocrazia e progresso. Ma l’innovazione va accompagnata da formazione, perché la tecnologia da sola non basta».
Il valore dell’impresa femminile
Un focus importante è stato dedicato all’imprenditoria femminile, introdotto da Antonella Salsa, presidente del Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio del Molise.
«Semplificare significa dare fiducia – ha detto –. Nel nostro Molise, il 27,2% delle imprese è guidato da donne, contro una media nazionale sotto il 23%. Un primato che parla di talento, resilienza e capacità di rigenerare i tessuti sociali. Ma le imprese femminili hanno bisogno di una PA che sia alleata, non ostacolo: servono sportelli digitali, procedure snelle e accesso al credito».
Salsa ha concluso con un appello alla collaborazione: «Semplificare vuol dire abbattere barriere, ridurre tempi e costi inutili. È un atto di fiducia verso chi crea valore ogni giorno, in un territorio fatto di micro e piccole imprese che non possono permettersi di aspettare».
Il primo panel: procedure più rapide, cittadini più informati
La mattinata è proseguita con il primo dei due panel tematici, dedicato alla semplificazione amministrativa.
Siriana Salvi, responsabile del Servizio di monitoraggio delle riforme del Dipartimento della Funzione Pubblica, ha presentato un quadro concreto dei risultati ottenuti: «Dall’avvio del PNRR abbiamo semplificato oltre 350 procedure, di cui 250 rivolte direttamente alle imprese. Abbiamo ridotto i tempi per avviare attività artigiane, standardizzato i moduli per il turismo e uniformato molte pratiche ambientali».
La vera novità, ha spiegato, è il portale “Italia Semplice”, online da fine settembre: «Racconta in modo chiaro cosa è stato semplificato, cosa cambia per cittadini e imprese, e dove si può trovare la normativa. L’obiettivo è la trasparenza e la consapevolezza: se le persone conoscono le semplificazioni, possono pretenderne l’applicazione».
Le voci delle imprese: “Semplificare per sopravvivere”
Tra gli interventi più densi di contenuti economici, quello di Vincenzo Longobardi, vicepresidente di Confindustria Molise, che ha definito la semplificazione “una fusione fredda: se ne parla da anni, ma non la si vede mai compiuta”.
Portando dati concreti, Longobardi ha spiegato che “in un’azienda di 53 dipendenti, cinque lavorano esclusivamente per adempiere alla burocrazia: il 10% dell’organico e il 15% del valore aggiunto finiscono in carte e timbri”.
Ha quindi proposto misure operative: «Rafforzare l’autocertificazione, non chiedere ciò che la PA possiede già, ridurre le ridondanze autorizzative, utilizzare l’intelligenza artificiale per gestire informazioni e aumentare trasparenza. Ogni giorno perso tra carte e pareri è un vantaggio regalato alla concorrenza estera».
Dal settore edilizio, Corrado Di Niro, presidente di ANCE Molise, ha ricordato che “il 15% del PIL regionale e il 34% dell’occupazione industriale dipendono dalle costruzioni”.
«Le imprese – ha affermato – scontano ancora procedure farraginose e tempi lunghi. Occorre una piattaforma unica regionale per gli appalti, che permetta di caricare documenti, monitorare avanzamenti e ottenere risposte telematiche. I ritardi della PA generano ritardi nei cantieri, liquidità bloccata e perdita di competitività».
L’ingegnere Nicola Basciano, responsabile informatico del COSIB, ha mostrato come anche un consorzio possa essere modello di innovazione: «Abbiamo digitalizzato protocolli, firme e archivi. Ora puntiamo a rendere online ogni fase dei procedimenti autorizzativi. Ma serve coerenza normativa e formazione del personale: la tecnologia è inutile se le regole restano complesse e chi deve applicarle non è preparato».
Infine l’imprenditore Dante Cianciosi ha portato la voce diretta del territorio: un intervento appassionato e realistico.
«Oggi bisogna essere eroi per aprire una partita IVA – ha detto –. Le norme cambiano ogni giorno, i funzionari spesso si trovano nell’imbarazzo di non sapere come muoversi. Noi piccoli imprenditori non chiediamo favori, ma risposte rapide e certe. L’Italia non può permettersi di far morire l’entusiasmo di chi crea lavoro».
Cianciosi ha chiuso con una riflessione che ha colpito la platea: «L’impresa non è solo numeri o utili: è cultura, è dignità, è fiducia nel Paese. Ma senza dialogo e senza funzionari preparati, il cittadino perde fiducia nello Stato. E questo non deve accadere».
Il ministro Zangrillo: “La riforma parte dalle persone”
Dopo oltre un’ora e mezza di interventi, è stato il momento del ministro Paolo Zangrillo, accolto da un lungo applauso. Il suo intervento ha unito racconto personale, visione politica e concretezza operativa.
«Prima di occuparmi di cose pubbliche – ha esordito – ho lavorato trent’anni nelle aziende private, anche nel settore motori di Stellantis, proprio qui in Molise. So cosa significa efficienza e quanto tempo costi la burocrazia».
Il ministro ha spiegato che il progetto “Facciamo Semplice l’Italia” nasce da un metodo nuovo: «Per quarant’anni si è parlato di semplificazione chiusi negli uffici romani. Oggi, invece, viaggiamo per l’Italia per ascoltare chi vive ogni giorno la complessità dei procedimenti. Non vogliamo fare leggi autoreferenziali, ma costruire soluzioni insieme ai territori».
Zangrillo ha poi riconosciuto i meriti del Molise: «Avete colto lo spirito dell’iniziativa. I vostri interventi non sono stati solo critiche, ma proposte. È così che si fa squadra».
Il cuore del suo discorso è stato dedicato al capitale umano della pubblica amministrazione. «La PA italiana – ha detto – è il più grande datore di lavoro del Paese, con 3,4 milioni di dipendenti. Ma non è vero che sono troppi: in rapporto ai residenti, siamo sotto la media europea. Il problema non è la quantità, ma l’età e le competenze».
Dopo dieci anni di blocco del turnover, tra il 2010 e il 2020 la PA ha perso 300mila persone. «Abbiamo alzato l’età media da 43 a 52 anni – ha spiegato –. Oggi, grazie ai nuovi concorsi digitali, stiamo invertendo la rotta: 430mila nuove assunzioni, età media scesa a 48 anni, procedure concorsuali passate da 780 giorni a quattro mesi grazie al portale InPA».
Poi la svolta formativa: «Nel 2022 ogni dipendente pubblico faceva in media sei ore di formazione all’anno. È inaccettabile in un mondo che cambia così velocemente. Ora stiamo investendo perché la formazione diventi strutturale e continua. Non basta digitalizzare gli uffici: bisogna aggiornare le persone che li fanno funzionare».
Sul piano culturale, Zangrillo ha invitato a superare la vecchia narrazione del “posto fisso”.
«I giovani non vogliono più un lavoro per tutta la vita, ma un lavoro che abbia senso. La PA deve essere attrattiva, un luogo dove crescere e contribuire al cambiamento. Non cerchiamo impiegati, cerchiamo persone motivate. La buona amministrazione nasce dal merito e dalla soddisfazione di chi lavora per i cittadini».
Ha poi aggiunto, con tono deciso: «I furbetti del cartellino sono un’esigua minoranza. Non possiamo costruire la nostra narrazione su dieci farabutti. Dobbiamo concentrarci sul 99% di dipendenti che ogni giorno lavorano con dedizione. Il nostro compito è motivarli, premiarli e responsabilizzarli».
Infine, ha rilanciato la visione di una PA moderna: «L’intelligenza artificiale, la digitalizzazione, la semplificazione normativa non sono slogan. Sono strumenti per creare una pubblica amministrazione più vicina, più trasparente e più efficiente. Ma la tecnologia serve solo se dietro ci sono menti connesse, persone capaci di pensare e di agire con responsabilità».
Termoli, simbolo di una sfida nazionale
Dopo due ore intense di confronto, Termoli è diventata per un giorno l’emblema di un’Italia che prova a cambiare partendo dai luoghi della produzione e della vita quotidiana.
Il Cosib, nato negli anni Sessanta come motore industriale del Basso Molise, è oggi anche un centro di innovazione digitale e di sperimentazione amministrativa.
Il messaggio che arriva dal Molise è chiaro: la semplificazione non è un tema tecnico, ma una questione di democrazia economica.
Semplificare significa dare fiducia, attrarre investimenti, creare lavoro.
E come ha ricordato il ministro Zangrillo nel suo saluto finale, «il successo della semplificazione non si misura dal numero di decreti emanati, ma dalla percezione concreta che cittadini e imprese hanno della pubblica amministrazione».
In un’Italia ancora frenata da procedure lente e da un divario digitale da colmare, la tappa di Termoli ha mostrato che il cambiamento è possibile quando Stato, imprese e territori lavorano insieme.
Come ha detto il ministro:
“Semplificare non significa tagliare, ma liberare energie. Facciamolo insieme, per un’Italia che sia finalmente semplice, giusta e capace di futuro.”








