TERMOLI. La rete solidale non si ferma: il presidio della Città Invisibile resiste grazie al volontariato
Ancora una volta, la rete del presidio solidale della Città Invisibile ha risposto con prontezza e generosità all’appello lanciato dall’associazione. Un grazie sentito, carico di gratitudine e stupore, arriva dai volontari che da oltre un anno portano avanti l’area sosta senza alcun finanziamento pubblico, sostenuta unicamente da donazioni e dall’impegno diretto di chi ha scelto di non voltarsi dall’altra parte.
Nel tempo, le aperture settimanali si sono necessariamente ridotte: da cinque giorni a tre, fino agli attuali due. Una scelta dettata non dalla volontà, ma dalla necessità di concentrare le forze e ottimizzare le risorse, in un contesto dove ogni gesto conta e ogni contributo fa la differenza. Fortunatamente, la domanda di supporto dalla strada è leggermente calata: molte persone senza dimora hanno trovato casa grazie a progetti di accoglienza e canali di finanziamento temporanei. Ma anche qui si apre un’incognita: cosa accadrà quando quei progetti termineranno? Quale sarà il destino di chi ha appena riconquistato un tetto?
Nonostante le difficoltà, un risultato concreto è già sotto gli occhi di tutti: l’attivazione di una rete di persone solidali, attente, presenti. Una rete che si oppone all’invisibilizzazione sistemica di chi vive ai margini, che riconosce in quei volti e in quelle storie le contraddizioni profonde del nostro modello economico e sociale. Il presidio non è solo un luogo fisico, ma uno spazio politico e umano dove si costruisce comunità, si pratica ascolto, si restituisce dignità.
“Uniti siamo tutto, divisi siamo niente”: lo slogan che chiude il post dell’associazione non è retorica, ma una dichiarazione di intenti. È il grido collettivo di chi ha scelto di esserci, di chi non accetta che la solidarietà venga relegata a gesto occasionale. È la voce di una città che, anche quando è invisibile, sa farsi sentire.
EB


