TERMOLI. «Un’unica voce per Gaza: l’11 ottobre a Termoli, un’opportunità di riscatto per l’umanità». Gli organizzatori rilanciano quotidianamente il messaggio-invito a prendere parte alla manifestazione di sabato prossimo, 11 ottobre, sotto le insegne di “Palestina libera”.
«Il prossimo 11 ottobre 2025, a Termoli, non saremo solo spettatori di una storia che ci riguarda, ma ne diventeremo protagonisti attivi. La manifestazione non è solo un atto di solidarietà, ma un’affermazione profonda dei nostri valori, in un momento storico in cui la dignità umana e il diritto alla vita sono brutalmente calpestati a Gaza.
Questo appello è rivolto a ogni anima di buona volontà, a ogni singola componente della nostra società, perché la crisi che ha inghiottito il popolo palestinese è una ferita che sanguina nel cuore di tutti. Il suo dolore è il nostro dolore, la sua speranza deve essere la nostra missione.
Negli ultimi giorni, lo sguardo del mondo si è posato sulle acque del Mediterraneo, dove la Global Sumud Flotilla, con il suo carico di speranza e aiuti, ha cercato di spezzare un blocco ingiusto e disumano. Gli uomini e le donne a bordo, con il loro coraggio, ci hanno insegnato che il diritto internazionale, se ignorato dai governi, può e deve essere difeso dalla società civile. La loro determinazione, pur di fronte a intimidazioni e arresti, ha acceso una luce su un crimine troppo spesso ignorato e ci ha mostrato che la lotta per la giustizia non può essere delegata, ma richiede l’impegno di tutti. La loro missione è stata un monito: l’indifferenza è la vera complice della violenza. Sulla scia di questo esempio, un’altra Flotilla, questa volta con a bordo un “ospedale galleggiante”, sta navigando verso le coste di Gaza, mettendo a rischio la propria vita per salvare quella di altri. Questo gesto eroico amplifica il nostro dovere morale di mobilitarci.
La Comunità Islamica, mossa dai principi di rahma (misericordia) e ‘adala (giustizia), non può restare in silenzio di fronte a un’ingiustizia che colpisce persone innocenti. Per il mondo cattolico, l’appello alla pace di Papa Francesco è un dovere evangelico che impone l’azione. La vostra presenza congiunta a Termoli dimostrerà che l’unità delle fedi è la risposta più potente alla barbarie della guerra.
Gli amministratori locali hanno il dovere di rappresentare la coscienza della comunità, e i partiti devono dimostrare che la giustizia non ha colore politico.
Agli imprenditori e alle aziende, l’invito è a superare la logica del mero profitto e a schierarsi per una società più equa. Un’economia che alimenta la guerra è un cancro che distrugge anche noi.
Operatori sanitari:
Voi siete i custodi della vita.
A Gaza, la sanità è al collasso, e la vostra partecipazione sarà la prova che l’etica medica non ha confini.
Siete l’incarnazione vivente della Convenzione di Ginevra, e la vostra presenza a Termoli dirà al mondo che la salute è un diritto universale, non un privilegio.
La società civile:
Voi siete il cuore pulsante di questa mobilitazione. La vostra partecipazione darà un segnale forte al governo italiano, dimostrando che non accetteremo un’indifferenza complice.
Studenti:
Siete i cittadini di domani che state plasmando oggi. La vostra energia e il vostro senso critico sono essenziali. La vostra presenza a Termoli non è solo un atto politico, ma una lezione di storia e di etica impartita alla vostra stessa generazione e a chi governa. Scendendo in piazza, dimostrate che la conoscenza genera azione e che non esiste futuro senza giustizia.
Insegnanti:
In particolare, gli educatori, proprio in virtù del loro compito formativo, non possono e non devono restare a guardare. La scuola è il luogo in cui si forgia la coscienza civile.
Essere in piazza l’11 ottobre significa portare l’etica e la responsabilità sociale fuori dalle aule, insegnando con l’esempio che la conoscenza e l’educazione sono le uniche armi contro l’oscurità dell’odio e dell’ignoranza. La vostra presenza è la riaffermazione che i diritti umani sono la prima e fondamentale materia di studio.
L’11 ottobre a Termoli non sarà solo un’opportunità per manifestare, ma per riscattare la nostra umanità. Saremo insieme, fianco a fianco, per dimostrare che non tollereremo che la vita e la dignità di un popolo vengano calpestate. La nostra voce, unita e forte, farà la differenza.
L’11 ottobre, scendiamo in piazza per Gaza, per la dignità, per la pace».


