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domenica 16 Novembre 2025
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Alla Nuova Officina Solare la mostra del termolese Sebastiano Bucci

TERMOLI. Dal 18 al 31 ottobre 2025, la Nuova Officina Solare – Galleria d’Arte Contemporanea ospita la personale di Sebastiano Bucci, giovane artista termolese. La mostra, a cura di Nino Barone, propone un viaggio nella creatività contemporanea attraverso opere che spaziano dalla pittura alla scultura, dai graffiti urbani a installazioni performative, raccontando un’esperienza artistica intensa e personale.

Muoversi nel mondo dell’arte al giorno d’oggi è come, per un artista giovane, aggirarsi nei corridoi di una grande fiera dove illusioni e oggetti inutili si confondono, mischiandosi per nascondere il sentire della vera realtà.

Parimenti, le tendenze artistiche contemporanee si servono di tutti i materiali e gli strumenti tecnologici disponibili sul mercato per costruire, con molta libertà di pensiero, altri possibili punti di vista per far intravedere agli umani nuove forme di realtà. Un’avventura avvincente che però, tra i veri, nasconde l’insidia del proliferare di falsi profeti, la cui attività ammalia, sorprende e annichilisce la partecipazione empatica dell’osservatore, sempre più escluso dal processo della creazione artistica.

Il racconto visivo che Sebastiano Bucci, giovane e talentuoso artista termolese, vuole trasmetterci esula da questo contesto. Lui non intende sorprendere, ammaliare o elevarsi al di sopra di noi, vuole semplicemente condividere la sua esperienza, fatta di ricordi, di favole ascoltate nell’infanzia, di approfondimenti estetici sulle opere dei maestri a lui più cari, riconducendoci a godere la bellezza dell’arte come medicina per lo spirito.

Il suo linguaggio artistico muliebre e performativo si manifesta in opere apparentemente eclettiche per forma e contenuto, ma intimamente coerenti con il suo modo di vedere il mondo, dai graffiti urbani, alla pittura, alla scultura.

Sebastiano, per molti anni, ha dipinto sui muri delle città non solo scritte da writer, ma anche immagini più complesse come “Il Sassofonista”, di cui ripropone un pannello simile esposto in mostra, e il magnifico ritratto di Dalì, splendido esempio di Street Art, maturando in questa esperienza una sensibilità creativa robusta e convincente.

La sua poliedrica natura lo ha portato anche a sperimentare la scultura, plasmando piccole figure che richiamano alla memoria mitici eroi, come reperti di codici sociali passati ed evanescenti nell’attuale condizione post-umana.

In sintesi, “Mi Racconto” è una mostra che unisce, nella sua apparente frammentazione formale, vera poesia e gioia di vivere. (Nino Barone)

“La mia espressione artistica si evolve e muta con me nel tempo. Non ci sono standard o regole fisse. Non mi pongo dei limiti nella scelta dei materiali per la realizzazione di un’opera. Lascio che sia l’opera stessa a guidarmi verso la direzione giusta, verso la sua forma finale. Traggo ispirazione da tutto ciò che mi emoziona. Tutto può innescare l’inizio del processo creativo. Una musica, una luce, un incontro. Spesso è la natura stessa come maestra a guidare il flusso creativo. L’imperfezione materica diventa espressività. Ogni dettaglio si trasforma in un racconto visivo che cattura lo sguardo e stimola l’immaginazione. Come un messaggero senza tempo che emerge dalla memoria e dal mito. Verso l’ignoto”.