TERMOLI. Nel vivo il convegno d’autunno che riunisce poeti dialettali e scrittori in vernacolo a Termoli.
L’Anposdi nasce a Roma nel lontano 1952 dall’incontro dei poeti dialettali Turno Schiavoni di Ancona, Renata Sellani di Senigallia, Giulio Cesare Zenari di Verona, Gino Cucchetti di Venezia, Luigi Oliviero di Torino e Alfredo Lucani di Pescara. L’Associazione Nazionale Poeti e Scrittori Dialettali, con sede a Roma, è un sodalizio culturale antico e prestigioso, ma forse meno conosciuto di quanto la sua storia, le sue attività e le sue finalità meriterebbero.
Forte oggi di centinaia di iscritti, poeti dialettali provenienti da quasi tutte le regioni italiane, l’Associazione pubblica da oltre trentacinque anni la rivista quadrimestrale Voci Dialettali, che ospita testi poetici in dialetto, recensioni, articoli di critica letteraria, di storia e cultura locale, di linguistica, di teatro dialettale e di esperienze didattiche nelle scuole.
Il primo Convegno Nazionale si tenne a Palermo nel 1954, con la partecipazione di poeti provenienti da numerose città italiane, dal Piemonte alla Sicilia. Il secondo si svolse a Trieste nel 1955, il terzo a Roma nell’ottobre del 1957; da allora, due volte l’anno – generalmente in maggio e ottobre – il Convegno viene organizzato in località sempre diverse. Nel corso dei suoi oltre sessant’anni di attività, l’Associazione ha portato la poesia dialettale in molte città d’Italia, da Cuneo a Catania, da Perugia a Sorrento, dalla Calabria al Veneto, dalle Marche al Lazio, privilegiando località di grande attrattiva artistica e culturale o di particolare fascino paesaggistico: Urbino, Procida, Roma, Arezzo, Senigallia, Riva del Garda, Caserta, Castiglioncello, Viterbo, Scilla, e molte altre.
La poesia dialettale è una forma d’espressione letteraria particolarmente felice, nella quale il sentire più profondo si fa parola, immergendosi nella lingua antica dei padri. Utilizzandone le sonorità, i colori, le essenze e i significati, essa trae linfa vitale per rappresentare i diversi aspetti della nostra esistenza e della realtà contemporanea. Per questo è importante che non muoia, ma venga costantemente valorizzata e tramandata.
L’Anposdi, secondo quanto stabilito dal proprio statuto, si propone di perseguire i seguenti scopi fondamentali:
- Valorizzazione della poesia dialettale;
- Studio dei dialetti e dei loro autori;
- Diffusione della produzione dialettale in ogni sua forma.
Per noi, oggi come ieri, l’Anposdi può essere, senza ombra di dubbio, paragonata a una madre amorosa che nel suo grembo custodisce e protegge l’immenso e vivace patrimonio linguistico di ogni regione d’Italia: un patrimonio che fu dei nostri nonni, che è dei nostri genitori e che sarà dei nostri figli. A loro chiediamo l’impegno – e il dovere – di salvaguardare i segni della memoria, quelli che vivono nei proverbi (il sale del mondo), nei modi di dire (espressioni senza maschera), nelle cantilene (l’amore che si fa cosa), nelle filastrocche (serenità della mente), negli indovinelli (esercizio dell’intelligenza) e nelle ninne nanne – il Dna cantato nella lingua più melodiosa e amorevole che esista, quella che ogni madre intona davanti ai propri figli, insieme al latte materno.
Sono questi i segni vivi e indispensabili della cultura dei popoli e della ricostruzione della loro identità, tracce di un’eredità che l’Anposdi continua, con impegno e passione, a difendere e tramandare.
L’attuale Presidente in carica, dal 2005, è il dottor Mimmo Staltari, originario della Calabria. Presente fisicamente in questa cinque giorni termolese, il Presidente ha voluto ribadire agli intervenuti i valori fondamentali dell’Associazione, gli stessi che continuano a ispirarne le attività e la missione culturale in tutto il territorio nazionale.
Concetti pienamente condivisi e ulteriormente sottolineati anche negli interventi della delegata Anposdi per il Molise, Angela Maria Di Tullio, e del Padre spirituale dell’associazione, Padre Enzo Ronzitti, della parrocchia termolese Santi Pietro e Paolo.




 
				 
				 
															
