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lunedì 17 Novembre 2025
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Interinali non confermati alla Saint-Gobain, parti sociali deluse

TERMOLI. La Fenealuil Molise ha scelto di rivolgersi direttamente ai lavoratori interinali della Gyproc Saint-Gobain di Termoli con una lettera aperta, datata 27 ottobre 2025, che rompe gli schemi tradizionali della comunicazione sindacale per imprimere un messaggio forte e duraturo. Sono tredici i lavoratori coinvolti, alcuni con anzianità di servizio di 2, 3 e persino 4 anni, sempre in regime di somministrazione, con la speranza mai realizzata di una stabilizzazione a tempo indeterminato. L’Azienda ha comunicato che non tutti i contratti in scadenza verranno rinnovati, motivando la scelta con presunti “giudizi negativi” su alcuni profili. Una decisione che ha lasciato sgomenti i diretti interessati e che il sindacato non esita a definire ingiusta e lesiva della dignità professionale.

La lettera denuncia apertamente il comportamento della multinazionale francese, accusata di utilizzare i lavoratori interinali per anni e poi liberarsene senza riconoscimento né gratitudine, lasciandoli “letteralmente in mezzo ad una strada”. La responsabilità delle scelte ricade, secondo quanto riferito dalla direzione, sul direttore di Stabilimento, che a sua volta si affida al giudizio dei Team Leader. Una catena decisionale che, secondo la Fenealuil, ha prodotto effetti devastanti: «Hanno letteralmente messo in mezzo alla strada persone e famiglie. Chissà se dormiranno sonni tranquilli».

Il sindacato respinge anche la narrazione secondo cui il direttore sarebbe privo di potere decisionale, affermando con fermezza che «conta eccome». La lettera non si sottrae all’autocritica: la Fenealuil ammette di aver creduto alle promesse aziendali, anche sottoscrivendo l’accordo sulle turnistiche a 4 e 5 squadre, che avrebbe dovuto garantire l’implementazione occupazionale. Alla luce dei fatti, il Sindacato si dice pronto a rimettere in discussione quell’intesa, ma solo se si crea una coscienza solidaristica tra tutti i lavoratori dello stabilimento.

«Tutto si può fare – si legge – ma è necessario creare prima una coscienza solidaristica fra i lavoratori stessi della Saint Gobain, e poi tutto il resto dovremmo farlo unitariamente come Sindacato, magari, perché no, anche coinvolgendo le nostre strutture Sindacali Nazionali e le Autorità ai più alti livelli».

La lettera si chiude con una riflessione di principio: «Il destino di una persona non può essere lasciato al giudizio di un suo pari». Un appello alla responsabilità collettiva e alla mobilitazione, che chiama in causa non solo le strutture sindacali, ma anche la coscienza di ogni lavoratore.

EB