TERMOLI. L’attesa continua e la pazienza inizia a finire. È questo, in sintesi, il sentimento che emerge dopo l’incontro di oggi pomeriggio tra i segretari nazionali delle organizzazioni sindacali e l’amministratore delegato di Stellantis, Antonio Filosa. Un appuntamento considerato decisivo, ma che si è rivelato ancora una volta interlocutorio, soprattutto per lo stabilimento di Termoli, dove restano sospesi i destini di migliaia di lavoratori e di un intero territorio.
Tra i dossier più delicati sul tavolo c’è infatti proprio Termoli, in attesa da mesi di una decisione ufficiale sulla realizzazione della Gigafactory per la produzione di batterie. Filosa ha confermato che “Acc sta ancora valutando i suoi piani di investimento per l’Italia con l’obiettivo di prendere una decisione entro la fine di quest’anno”. Una dichiarazione che lascia intendere che la scelta non sia stata ancora fatta, e che la partita resta aperta. “Abbiamo un progetto in corso per le trasmissioni – ha aggiunto l’amministratore delegato – e l’obiettivo è sempre quello di proteggere i nostri dipendenti”.
Parole che però non bastano a tranquillizzare il sindacato, che da tempo chiede chiarezza e impegni concreti.
“Purtroppo – commenta la Uilm Molise – ancora una volta non è arrivata nessuna risposta concreta sul futuro dello stabilimento di Termoli. È motivo di rammarico constatare che, nonostante i continui confronti e le nostre sollecitazioni, restiamo in una fase di incertezza in cui non si sciolgono le riserve sulle prospettive produttive del nostro sito”.
Il timore è che l’assenza di una decisione rapida e chiara sul progetto della Gigafactory possa mettere a rischio il futuro industriale dell’area, già provata da anni di trasformazioni e ridimensionamenti.
Come ricorda la Uilm, “continuiamo a chiedere con forza che nel nuovo piano industriale, atteso entro la metà del prossimo anno, Termoli venga messa al centro con nuovi prodotti, siano essi motori, cambi o nuove lavorazioni. È una scelta necessaria per garantire occupazione, prospettive industriali e futuro a questo territorio”.
La prospettiva di riconversione del sito verso la produzione elettrica era stata accolta, nei mesi scorsi, come una grande opportunità per rilanciare Termoli nel panorama europeo della mobilità sostenibile. Tuttavia, il ritardo nelle decisioni di Automotive Cells Company (ACC) – la joint venture tra Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies – sta alimentando crescente preoccupazione tra i lavoratori e l’indotto.
A Termoli, infatti, lo stabilimento Stellantis conta oggi circa duemila addetti diretti e diverse centinaia nell’indotto, con un peso strategico non solo per il Molise, ma per l’intera filiera automotive italiana. La transizione verso l’elettrico, che in altre regioni ha già trovato sbocchi concreti, qui sembra ancora ferma ai preliminari.
“Entro la fine dell’anno – ribadiscono i sindacalisti molisani – dovrà arrivare anche la chiarezza definitiva sul destino di Acc. Non possiamo più permettere che tutto resti fermo e sospeso. Il tempo stringe: i lavoratori di Termoli e l’intero indotto hanno bisogno di certezze e di investimenti reali”.
L’incontro di oggi, dunque, lascia più ombre che luci. Nessuna nuova tabella di marcia, nessun impegno preciso, solo la promessa di una decisione “entro l’anno”. Troppo poco per una realtà che attende da oltre due anni di capire quale sarà il proprio ruolo nella nuova mappa produttiva del gruppo.
La vertenza Termoli resta quindi uno dei nodi centrali del futuro industriale di Stellantis in Italia, insieme ai dossier di Mirafiori, Cassino e Melfi. Ma qui, nel cuore del Molise, la posta in gioco è ancora più alta: perché da quella scelta dipende non solo il destino di uno stabilimento, ma la tenuta economica di un intero territorio.
Il rischio, denunciano i sindacati, è che la mancanza di una strategia chiara possa alimentare sfiducia e disimpegno. “Non servono più annunci o parole di circostanza – concludono dalla Uilm – ma fatti. Solo con un piano industriale serio e investimenti tangibili si potrà restituire serenità ai lavoratori e costruire una prospettiva di futuro per Termoli”.
Per ora, però, la città resta in attesa. E con essa, le famiglie, le imprese e tutto il basso Molise che da quello stabilimento dipendono.
Emanuele Bracone


