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mercoledì 12 Novembre 2025
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Bifernina, la rabbia dei cittadini dopo l’ennesima tragedia: “Strada vecchia e pericolosa”

TERMOLI. L’ennesimo incidente mortale sulla statale Bifernina riapre una ferita che in Molise non si rimargina mai.

Il frontale costato la vita al 34enne Luigi Santone, originario di San Giovanni in Galdo, ha scatenato una valanga di commenti da parte di cittadini e automobilisti che ogni giorno percorrono quella strada e ne conoscono i rischi.

Sui social, la reazione è unanime: la Bifernina è una delle arterie più pericolose del Molise, ma le responsabilità, dicono in molti, non stanno solo nell’infrastruttura, bensì anche nei comportamenti alla guida.

«Questa strada ha tantissimi morti, come tante altre in Italia – scrive Antonio – ma dobbiamo capire una cosa molto importante: sono strade che andavano bene fino agli anni ’90. Oggi le macchine, il traffico e la fretta hanno cambiato tutto. La gente corre senza motivo, vive nella frenesia e nell’ignoranza. E poi le distrazioni: telefoni, impegni di lavoro, chi guida e messaggia. Io stesso, pochi giorni fa, ho visto una signora con una macchina grigia al telefono che faceva manovre da paura. Poco dopo un furgoncino con l’autista col cellulare. Sono tutti rimbambiti, e poi questo succede».

Il suo commento è tra i più condivisi, perché fotografa una realtà che molti riconoscono: una strada nata per un traffico diverso, percorsa oggi da mezzi moderni, pesanti e da automobilisti distratti.

Un altro lettore, Giovanni, racconta: «Venerdì sono salito a Campobasso. Non vi dico quanti sorpassi azzardati ho contato, tra cui un van che trasportava un disabile. È pazzesco». Una testimonianza che riporta l’attenzione su uno dei problemi più gravi della Bifernina: sorpassi pericolosi anche in tratti a visibilità ridotta o con linea continua, spesso causa di scontri frontali come quello che ha stroncato la vita del giovane 34enne.

A rincarare la dose è un altro commentatore, anche se non è legato alla dinamica odierna: «Non ho mai capito questi scontri frontali. Invadono la corsia opposta per sorpassare? I sorpassi dovrebbero essere vietati, ma tanto fanno il comodo loro e poi si contano i morti».

Il dolore e la rabbia si intrecciano con un senso di impotenza diffuso. C’è chi, davanti all’ennesima tragedia, non riesce più nemmeno a trovare le parole: «Mamma mia, ma non si ferma questo orrore. Fate piano, per favore, quando salite in macchina pensate alla vita, perché la vita è una sola».

Tra un commento e l’altro emerge una doppia denuncia: da un lato, la richiesta di interventi strutturali su una statale che continua a mietere vittime; dall’altro, la constatazione che troppo spesso l’incoscienza alla guida trasforma un semplice viaggio in un rischio mortale.

La Bifernina, costruita decenni fa per collegare l’Adriatico all’interno del Molise, non è mai stata adeguata ai nuovi volumi di traffico. Le sue curve, i lunghi rettilinei a doppio senso, l’assenza di spartitraffico e la presenza di mezzi pesanti la rendono uno dei tratti più insidiosi della regione. Ogni incidente riporta lo stesso copione: dolore, promesse, cordoglio. Poi tutto torna come prima.

Ma i cittadini non vogliono più rassegnarsi. «Serve più rispetto delle regole – scrive un autista – ma anche più controlli e più sicurezza. Non è possibile che ogni settimana si debba piangere qualcuno».

E forse è proprio in queste parole che si racchiude il senso di una rabbia collettiva: la Bifernina non è solo una strada, è il simbolo di una terra lasciata indietro, dove il diritto alla sicurezza sembra ancora un lusso.

Dietro ogni croce ai margini dell’asfalto ci sono famiglie spezzate, vite interrotte e una domanda che ritorna come un grido: fino a quando dovremo continuare a contare i morti?

EB