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sabato 15 Novembre 2025
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Centri antiviolenza: il botta e risposta Primiani-Passarelli

CAMPOBASSO. «Intendo rassicurare il consigliere del M5S Angelo Primiani che lancia un allarme del tutto infondato: i servizi della rete antiviolenza sono regolarmente erogati, ed è già attivo il numero verde 800642367, collegato anche al 1522 (il riferimento telefonico nazionale), con comunicazione ai Servizi nazionali competenti. Numeri e informazioni sono pubblicati sul sito della Regione Molise, nella sezione dedicata alle Politiche Sociali». Così la consigliera Passarelli.

Il nuovo ufficio per l’accoglienza e l’ascolto delle vittime – a fronte del diniego ad usare la sede storica di viale del Castello, opposto dal Comune di Campobasso, guidato da una donna di centrosinistra – è già garantito. Il contratto di locazione per una nuova sede è stato sottoscritto e sono state attivate le procedure per l’indispensabile autorizzazione.

Nelle more, i servizi sono regolarmente erogati nella sede di Campobasso dell’APS Liberaluna Ets, già adibita a Cav. Idem per chi avesse necessità di essere accolto in Casa Rifugio: fino all’operatività della nuova struttura, ogni esigenza viene soddisfatta nella CR gestita dalla medesima Liberaluna.

Invece di cercare vetrine mediatiche immaginando rischi inesistenti – posto che l’APS Liberaluna e il Servizio Programmazione Politiche Sociali della Regione Molise hanno già risolto i problemi creati dal Comune di Campobasso – e invece di invocare l’intervento del Prefetto, il consigliere Primiani avrebbe fatto bene a verificare la correttezza degli iter e a leggere con attenzione il progetto per il quale l’APS Liberaluna si è aggiudicata il punteggio più alto.

Progetto e documentazioni di cui il consigliere risulta essere stato informato a fronte della sua richiesta di accesso agli atti, cui è seguito riscontro. Se avesse letto prima di sentenziare, avrebbe verificato che saranno operativi altri sportelli territoriali per una rete contro la violenza di genere di prossimità: oltre Campobasso, Isernia e Termoli, saranno attivati sportelli a Larino, Campomarino, Venafro, Bojano e Cercepiccola, sempre gestiti dall’APS Liberaluna.

Così intendiamo rispondere alle richieste di aiuto, andando sui territori. Trovo davvero fuori luogo cavalcare battaglie inesistenti su diritti che nessuno, tranne il Comune di Campobasso, ha mai messo in discussione.

Ricordo al consigliere Primiani che, da Palazzo San Giorgio, due giorni prima dell’avvio delle attività in capo al nuovo gestore, è arrivata la comunicazione dell’indisponibilità della sede dove era operativo il Cav. I sindaci di Isernia, Termoli e Campomarino non hanno opposto alcun diniego a lasciare in disponibilità del subentrante la sede originaria.

Ben venga, quindi, un’interrogazione sul “caso che non c’è”: in Aula il consigliere Primiani potrà essere edotto di quanto l’amministrazione di Campobasso non abbia fatto per consentire al nuovo gestore della rete antiviolenza di subentrare nell’erogazione del servizio».

Non è tardata la replica del consigliere Primiani.

«Sorprende l’ennesima risposta scomposta e non richiesta della consigliera regionale delegata al Sociale, Stefania Passarelli, a una mia semplice e legittima richiesta di chiarimenti sull’assegnazione e la gestione dei centri antiviolenza, nell’esclusivo interesse dei cittadini e delle cittadine fragili e in difficoltà. Una risposta che lascia trasparire un certo nerviosismo. D’altronde, viene da chiedersi: se davvero tutto va bene, perché alzare tanto la voce? Chi amministra con trasparenza non ha bisogno di sbraitare per difendersi: basta raccontare la verità.

Forse allora è il caso di essere ancora più chiari e diretti sulla vicenda: proprio perché mi sono preso il tempo di studiare a fondo i documenti relativi al bando di affidamento, che avevo chiesto con uno specifico accesso agli atti, intendo andare fino in fondo.

E lo farò perché, a mio parere, da quei documenti emergono elementi di perplessità o quantomeno aspetti singolari che devono essere chiariti. È evidente che ad incidere in maniera determinante sull’affidamento, al contrario di ciò che sostiene la consigliera Passarelli quando parla di “punteggio più alto per il progetto”, sia stata la previsione nell’avviso di un elemento formale sull’ubicazione della sede legale dei concorrenti.

Un parametro che ha poco a che fare con la qualità del progetto e che, in una procedura del genere, non dovrebbe avere alcun valore premiante. Al contrario, bisognerebbe assicurarsi che venga individuato sempre il progetto migliore. Dico questo senza alcun timore di essere smentito, anzi, sfidando a dimostrare il contrario.

Dire altro significa raccontare una mezza verità, e le mezze verità, in politica come nella vita, sono spesso le più pericolose.

Ad ogni modo, chi assume cariche pubbliche sa bene – o dovrebbe ben sapere – che la democrazia si fonda sulla trasparenza, sulla critica e sull’approfondimento, non sull’imposizione o sulle difese d’ufficio a prescindere.

Ecco perché continuerò a porre domande, anche quando queste danno fastidio: perché dove la politica tace, i cittadini perdono il diritto di sapere».