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venerdì 14 Novembre 2025
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Tentativi di truffa, la testimonianza di Alessandra Ruberto

TERMOLI. Tentativo di truffa ai danni della presidente dell’Ordine degli Psicologi del Molise: la testimonianza di Alessandra Ruberto.
La dottoressa Alessandra Ruberto, presidente dell’Ordine degli Psicologi del Molise, ha condiviso sui social un’esperienza drammatica e inquietante: un sofisticato tentativo di truffa che ha rischiato di svuotarle il conto corrente. Il suo racconto, dettagliato e lucido, è un monito per tutti i professionisti e cittadini.
Tutto è iniziato con un messaggio apparentemente inviato da Infocert, il sistema che gestisce Otp e firme digitali. Il messaggio segnalava l’imminente emissione di bonifici sospetti dal suo conto verso un destinatario non identificato, invitandola a contattare urgentemente un numero. Una volta chiamato, l’operatore le ha comunicato che il suo conto sarebbe stato svuotato entro un’ora e che probabilmente nella sua filiale bancaria c’era un infiltrato. Le viene detto di recarsi immediatamente in banca, ma prima sarebbe stata contattata dalla Questura di Campobasso.
Dopo pochi minuti, arriva la chiamata da un numero che appare come quello della Questura. Un presunto vicequestore le parla con tono autoritario, le chiede di andare subito in banca, restando al telefono con lui, e le comunica che è già pronta una denuncia da firmare. La dottoressa, in preda al panico, si mette in macchina e gira per il centro di Campobasso, mentre il finto agente continua a incalzarla. Non le lascia mai il telefono libero, insiste nel ricevere informazioni e la spinge ad agire in fretta.
Ma qualcosa non torna. La sua esperienza, le sue lauree, il suo istinto professionale le suggeriscono di verificare. Così, lascia il telefono con i truffatori in auto e, usando un secondo cellulare, chiama direttamente la Questura. La risposta è chiara: non esiste alcun vicequestore con quel nome e non deve assolutamente andare in banca. A quel punto, la truffa viene sventata.
La dottoressa Ruberto ha vissuto un’ora di terrore, tra guida frenetica, paura di perdere i risparmi, e il peso psicologico di una pressione costante. Ha contattato la Polizia Postale, il 112, la Questura, e alla fine è riuscita a mettersi in salvo. Ha deciso di condividere pubblicamente la sua esperienza per mettere in guardia altri professionisti e cittadini.
Il suo messaggio è chiaro: “Sono furbi, ma oggi gli è andata male. Attenzione!”. Ha allegato anche le prove documentali delle chiamate ricevute, dimostrando la gravità e la credibilità del tentativo di truffa.
Questa testimonianza evidenzia quanto sia importante mantenere la lucidità, verificare le fonti e non cedere alla pressione. I truffatori utilizzano tecniche sempre più sofisticate, come il cosiddetto “spoofing” telefonico, che permette loro di far apparire numeri ufficiali sul display del telefono.
La dottoressa conclude con un appello: “Condividete e diffondete perché tutti sappiano”. Un invito che merita di essere ascoltato.

EB