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venerdì 14 Novembre 2025
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«Trent’anni di attesa sono troppi», i cittadini chiedono di mettere fine allo scempio del “Palazzo di Vetro”

TERMOLI. Un gruppo con 264 iscritti, tutti residenti o con legami nel quartiere di Santa Maria degli Angeli, da cui è partita una iniziativa che mira a sensibilizzare sia le istituzioni che l’opinione pubblica, con un solo obiettivo, mettere fine allo scempio del “Palazzo di Vetro”, che rappresenta un pugno nell’occhio a Difesa Grande.

Per questo, è partita una istanza ufficiale, anche su Change.org, proprio per mettere nero su bianco la richiesta di eliminare un simbolo di degrado e anche di pericolo, visto che spesso ci sono coloro che in barba ai rischi entrano all’interno, per non parlare di quanto sia stato depredato.

I cittadini hanno deciso di rompere il silenzio e rivolgersi direttamente al sindaco Balice e all’amministrazione comunale per denunciare la situazione di grave abbandono e pericolo rappresentata dal cosiddetto “Palazzo di Vetro”, ubicato in viale Santa Maria degli Angeli, peraltro a contatto con la scuola Achille Pace.

«L’immobile, da decenni in stato di degrado, è stato oggetto di numerose segnalazioni e reportage: già nel 2008 le testate locali lo definivano “pericolo pubblico”, con servizi fotografici che documentavano l’abbandono e l’accessibilità incontrollata; nel 2022, a distanza di 14 anni, nuove immagini confermavano il persistere delle stesse condizioni; nel 2023 la stampa lo ha nuovamente descritto come “luogo di degrado”, evidenziando l’assenza di interventi; nel 2024 sono state documentate intrusioni di minori, anche nelle aree di tetto, dimostrando la continuità del rischio per l’incolumità pubblica».

Alla luce di questa situazione, i cittadini chiedono all’Amministrazione di attivarsi su due fronti:

A) Intervento immediato per la sicurezza, mediante verifica dei poteri d’intervento ai sensi dell’art. 54 del D.Lgs. 267/2000 per l’emanazione di un’ordinanza sindacale contingibile e urgente; esecuzione di sopralluoghi e verifiche tecniche per accertare lo stato di stabilità e agibilità della struttura; avvio di ogni procedimento previsto dalla legge nei confronti dei soggetti obbligati, per garantire la sicurezza e il decoro urbano.

B) Percorso progettuale per il futuro dell’area, attraverso l’avvio di un confronto costruttivo con la proprietà per superare lo stato di abbandono; la valutazione di strumenti urbanistici e di partenariato pubblico-privato che, nel rispetto del legittimo interesse economico del proprietario, possano indirizzare la riqualificazione dell’area verso una soluzione che coniughi valorizzazione privata e benefici per la collettività, come spazi verdi, servizi o strutture utili al quartiere. “Trent’anni di attesa sono troppi” – si legge nell’appello.

I cittadini non chiedono solo di eliminare un pericolo, ma di restituire alla città un’area sicura, dignitosa e valorizzata.

Emanuele Bracone