TERMOLI. Il segretario generale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, torna a richiamare l’attenzione sugli stabilimenti Stellantis, in sofferenza, come Termoli.
Mentre Stellantis annuncia il rilancio produttivo degli stabilimenti di Melfi e Mirafiori per il 2026, grazie all’introduzione delle versioni ibride della Fiat 500 e della Jeep Compass ottenute attraverso l’azione sindacale della Fim-Cisl, il segretario generale Ferdinando Uliano richiama l’attenzione sul destino incerto dello stabilimento di Termoli.
Durante il Consiglio Generale della FIM Lazio a Frosinone, davanti a oltre 120 delegati del settore automotive, Uliano ha ribadito la necessità di scelte precise e investimenti concreti per garantire una prospettiva produttiva anche per Termoli, storicamente specializzato nella produzione di motori e trasmissioni. Con la transizione verso l’elettrico, il rischio è quello di una marginalizzazione industriale, che potrebbe compromettere l’occupazione e l’intero indotto locale.
Uliano ha sottolineato come la pressione sindacale abbia già modificato il piano industriale “Forward 2030”, ottenendo l’inserimento di motorizzazioni ibride nei modelli previsti per Melfi, come la DS7 e la Lancia Gamma, e ha chiesto che lo stesso impegno venga ora rivolto a Termoli. «La transizione deve essere un’opportunità per il lavoro e per l’industria, non un percorso di riduzione e abbandono», ha dichiarato, lanciando un appello al Governo e alle istituzioni europee affinché intervengano sul quadro normativo per rendere la transizione ecologica sostenibile anche dal punto di vista sociale e produttivo. Secondo Uliano, è fondamentale fornire certezze a produttori e consumatori, evitando penalizzazioni per chi sceglie o produce veicoli ibridi.
La richiesta è chiara: serve una missione industriale definita per Termoli, con investimenti mirati e una visione strategica che valorizzi le competenze locali.
EB


