TERMOLI. L’ormai noto nostro amico cantautore termolese Luca Grassia, in arte Captain Pellauz, non finisce più di stupire. Dopo averci proposto brani famosi di richiamo internazionale, da lui riveduti e adattati in dialetto termolese come veri e propri tormentoni estivi, oggi ci sorprende con un suo nuovo singolo tutto cantato e scritto in Italiano.
Si tratta di un brano orecchiabile che affronta temi di strettissima attualità sociale, in particolare i disagi giovanili e situazioni che tutto il mondo sta vivendo. Il titolo del pezzo inedito è “Siamo in Gabbia”.
Ascoltandolo, ci siamo detti: “È arrivato il momento di dare una collocazione artistica a Luca Grassia in arte Captain Pellauz”.
Ecco una nostra personale, e se vogliamo opinabile, recensione sulle sue qualità musicali, vocali e sul personaggio, che fin dalla sua comparsa sulla scena musicale termolese ci è apparso subito un “Animale da Palcoscenico”. Questo è il nostro giudizio dopo aver ascoltato attentamente la sua nuova hit “Siamo in Gabbia”.
Vocals / Timbrica vocale
Possiede una presenza calorosa, con un tono autentico, “da strada”, che si adatta perfettamente a un brano che racconta una condizione di costrizione o limitazione (“siamo in gabbia”).
Mi piace molto l’autenticità della sua voce e la legittimità stilistica che riesce a esprimere. Non è una “superstar vocale” con acuti da manuale, ma è coerente, comunicativa e – cosa fondamentale – credibile per ciò che racconta.
Testo / Contenuto lirico
Il titolo “Siamo in gabbia” è già forte, carico di immagini e significati. La gabbia funziona come metafora della condizione umana: sociale, emotiva, economica, o legata a una realtà locale, come una vita di provincia che sembra ristagnare. Alcune linee del testo passano dall’individuale al collettivo, rafforzando il messaggio: non solo “mi sento prigioniero”, ma “noi siamo prigionieri”, “non ci muoviamo”, “non ci sblocchiamo”.
C’è comunque margine di miglioramento: un testo così potente potrebbe includere immagini nuove, metafore più forti e rischiare di più. In sintesi, il testo è sincero, con buona carica sociale ed emotiva. È un passo importante e dimostra che Luca può muoversi anche oltre le reinterpretazioni in dialetto, puntando su materiale originale con identità propria.
Verdetto critico
Promosso con riserva. Voto simbolico: 7 su 10, perché ci sono basi solide, ma anche margini evidenti di crescita.
Cosa applaudo: autenticità, identità territoriale, coraggio di uscire dal “cover dialetto” per proporre un inedito.
Cosa migliorerei: variabilità vocale, rigore lirico, produzione e arrangiamento per supportare meglio il messaggio.
Buon ascolto con “Siamo in Gabbia”.
Michele Trombetta

