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martedì 18 Novembre 2025
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1 Novembre 2025

La Torre di Babele, facciamo chiarezza sulle professioni che si occupano di mente e cervello

Una premessa. Anzi, due.

La prima: nell’introdurre questa collaborazione con Termolionline, ho scelto di proporre un filo conduttore: troppo spesso “psichiatria” e “tutela della salute mentale” vengono presentate come sinonimi. Bene, chiarisco subito che non è così. O almeno poche volte è così.

La seconda: definire subito quali saranno le linee generali che intendo condividere con chi legge.

  • So che per molti dirò cose scontate, ma mi interessa poco, poiché ho deciso di accettare questa collaborazione con Termolionline per FARE SERVIZIO A CHI LEGGE e non per una banale pubblicizzazione professionale delle mie attività.
  • Intendo definire gli ambiti di cui si parla: Psichiatria, Tutela della salute mentale, Neurologia, Psicologia, Psicoterapia, Psicoanalisi. Parto dalla convinzione che non credo possa essere considerato moderno un approccio che intenda imporre, appunto come sostiene qualcuno, che le malattie mentali siano da considerare semplicemente malattie del cervello. Una pura idiozia!
  • Non concepisco la contrapposizione tra modelli di lettura, di diagnosi, di ipotesi eziologiche, di forme di intervento psicoterapico; anzi, promuovo da 45 anni la sinergia tra ricerca clinica, ipotesi psicologiche, attenzione agli aspetti relazionali, sociali ed economici, così come alla ricerca neurobiologica e farmacologica. E questo continuerò a proporre qui. 
  • I soggetti/pazienti hanno “semplicemente” il diritto di essere considerati nella propria complessità, rispettati nella propria sofferenza, restituiti in tutti i modi a una vita attiva, fuori da quella oscurità esistenziale che quasi sempre li contraddistingue.

Per fare innanzitutto un po’ di chiarezza sulle professioni (e forse anche un po’ di polemica, che non guasta!).

Ho scelto di interrogare Google, in modo da essere quanto più “imparziale” e “obiettivo” possibile (naturalmente non posso evitare di aggiungere qualche commento, per far comprendere meglio).

Cos’è la Psichiatria e chi è lo Psichiatra?

Da Google:“La psichiatria è una pratica medica focalizzata strettamente sull’uso del metodo scientifico-sperimentale come mezzo di indagine conoscitivo, sull’uso prevalente dei farmaci come mezzo curativo e con l’utilizzo accessorio di metodologie altrimenti tipiche della psicologia, che invece è la disciplina che studia il comportamento degli individui e i loro processi mentali. La psichiatria si distingue dalla psicologia anche per il diverso corso di studi necessario per la formazione dei relativi professionisti. Henri Ey (19001977), psichiatra francese, scrive alla vigilia della propria morte che “la nozione di malattia mentale deve muoversi nell’orbita della biologia e della medicina. Egli definisce la psichiatria come “una branca della medicina che ha per oggetto la patologia della vita di relazione a quel livello di essa che assicura l’autonomia e l’adattamento dell’uomo nelle condizioni della propria esistenza”. La psichiatria si avvale anche della psicoterapia che si propone soluzioni psichiche a problemi psicologici e mentali.

Bene! Con tutto il rispetto per il maestro Ey, la sua definizione è quanto di più ambiguo e confusionario ci possa essere. Infatti egli afferma che “la malattia mentale si deve riferire alla biologia e alla medicina” … per attestare anche che è “una branca della medicina che ha per oggetto la patologia della vita di relazione a quel livello di essa che assicura l’autonomia e l’adattamento dell’uomo nelle condizioni della propria esistenza”. Come se vita di relazione, adattamento, autonomia, esistenza possano essere considerati (e curati) separandoli dalla psicologia, dalle condizioni relazionali infantili, dai traumi, dalle situazioni socio-economiche, ecc. ecc. ecc.

In definitiva: lo psichiatra “biologista” dovrebbe dichiarare e ammettere con onestà che, se decide di “stare nella biologia e nella medicina”, sta SCEGLIENDO di svolgere una professione nella quale SCEGLIE, appunto, di avere uno sguardo biologico-medico e SCEGLIE di escludere (o di considerare marginali) tutti gli altri fattori che determinano il disagio e quindi tutte le altre professioni che hanno titolarità a occuparsi del disagio stesso. Se invece è uno psichiatra che considera rispettosamente TUTTI i fattori che determinano il disagio psichico, allora (e solo allora) può definirsi come operatore che tutela la salute mentale di individui, coppie, famiglie, gruppi, contesti. Non c’è nulla di più ambiguo e poco etico del far finta di considerare centrali i fattori extra-biologici ed esprimersi (come spesso accade) in termini di “ci vorrebbe UN POCO di psicoterapia … o UN POCO di intervento sociale … o UN POCO di riabilitazione”. Un poco? Cosa significa? Che l’uomo è MOLTO biologia, corpo, diagnosi, terapia farmacologica e POCO psicologia, bisogni socio-economici? Altra idiozia! 

Un’ultima annotazione, in merito al fatto che ancora nel 2025 lo Psichiatra venga considerato “il medico dei matti”. Questo assurdo pregiudizio induce spesso a vergognarsi di rivolgersi a lui e a recarsi da altri specialisti, che non hanno le stesse competenze. 

Lo Psichiatra si occupa (naturalmente senza invadere campi che non gli competono) di: disturbi gravi quali le psicosi; problematiche (gravi e lievi) dell’umore; ansia (e, in questo ambito, di ossessioni, fobie, panico, ecc.); disturbi della nutrizione (anoressia, bulimia), disturbi della personalità, (quando vi è necessità di cure farmacologiche, poiché per questi disturbi è fondamentale la psicoterapia, attuata da uno psicoterapeuta specialista – che può essere un medico o uno psicologo, ma sempre specializzato); disturbi del comportamento in stati di alterazione da decadimento cognitivo (demenze o altre forme) o da dipendenze. 

Chi è il Neurologo?

Da Google: “Il neurologo è specializzato nella cura di malattie organiche del Sistema Nervoso Centrale e Periferico (cervello, midollo spinale, nervi cranici e spinali).Cioè: cefalee e le altre forme di mal di testa; disturbi del linguaggio; disturbi del movimento; epilessia; infezioni del cervello e del sistema nervoso periferico, come l’encefalite, la meningite e gli ascessi cerebrali; malattie cerebrovascolari, come l’ictus; malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer, il Parkinson e la Sclerosi Laterale Amiotrofica; patologie che portano alla perdita della mielina nel sistema nervoso centrale, come la sclerosi multipla; problemi al midollo spinale, incluse le malattie infiammatorie e quelle autoimmuni”.

Chi è lo Psicologo?

Da Google: Lo Psicologo e la Legge italiana.L’art. 1 della Legge 56/89 afferma: “La professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito”.

Lo psicologo può essere un semplice laureato in Psicologia, NON SPECIALISTA, e quindi, non può definire psicoterapia il proprio intervento.Il piano deontologico impone a qualunque professionista di fare quello che sa fare, quello per cui si è formato. Di operare in scienza e coscienza. Uno psicologo non specialista è un professionista e può occuparsi di molte cose … ma non è uno psicoterapeuta.

Chi è lo Psicoterapeuta? 

Da Google: “Lo psicoterapeuta è uno specialista che lavora nel campo della salute (mentale) con competenze e funzioni specifiche. Il suo lavoro consiste nel fornire un aiuto per risolvere problemi psicologici e disagi emotivi, favorire un cambiamento a livello psicologico e a livello anche comportamentale, dare un nuovo significato agli eventi, alle relazioni e alle rappresentazioni di essi dei propri pazienti. Oltre alla laurea in psicologia o in medicina, ha una specializzazione post-universitaria di almeno quattro anni. Al termine della specializzazione dovrà essere necessariamente iscritto nell’Elenco degli Psicoterapeuti del proprio Ordine regionale di appartenenza. Lo psicologo-psicoterapeuta non può prescrivere nessun tipo di farmaco al paziente (il medico-psicoterapeuta invece sì). Se necessario si avvale della collaborazione di uno psichiatra che potrà seguire il paziente per la prescrizione di farmaci nel suo percorso terapeutico”.

Chi è lo Psicoanalista (o Analista; o Psicoterapeuta specializzato nell’orientamento psicoanalitico)?

Da Google:. Lo psicoanalista è un professionista che opera con finalità tanto terapeutiche quanto conoscitive. Una migliore padronanza degli aspetti della vita psichica inconscia costituirebbe di per sé il fattore terapeutico principale, promuovendo una migliore conoscenza della propria vita psichica.Al paziente viene chiesto di rispettare alcune norme precise (setting) senza le quali non si potrebbe avviare un lavoro psicoanalitico. Il training per divenire psicoanalisti è molto lungo, selettivo e complesso (molto più lungo di quello richiesto per una psicoterapia non analitica), ed è parallelo o successivo a quello, comunque necessario, per l’ottenimento dell’abilitazione all’esercizio della psicoterapia; prevede sempre per il candidato-analista molti anni di “analisi personale”, “analisi didattica” e supervisione clinica (oltre a tirocini, corsi e seminari teorico-clinici)”.

Quali altri Operatori si occupano di tutelare la salute mentale?

Coerentemente con quello che ho scritto più volte, la Tutela della salute mentale NON è assicurata dal solo psichiatra, né dal solo psicologo, ma da équipe multidisciplinari che comprendono: Assistenti Sociali, Infermieri (che dovrebbero essere specializzati), Tecnici della Riabilitazione, Educatori, Operatori delle cooperative che in genere gestiscono i percorsi del paziente nelle residenze (Comunità Terapeutiche e altri tipi di abitazioni supportate) o nei Centri Diurni. Ma ritengo che tutte queste figure, per produrre salute mentale, debbano lavorare cercando a loro volta in ogni contesto supporti e condivisioni, affinché il Soggetto/Paziente viva la propria esistenza in maniera consapevole, democratica e quanto più soddisfacente possibile. 

A proposito delle varie professioni che si occupano di disturbi mentali (gravi, medio-gravi, ma anche più sfumati), personalmente ho scelto di dedicare la mia vita professionale a due delle branche che ho sinteticamente descritto sopra: la Psichiatria e la Psicoterapia analitica (come Psicoanalista di formazione junghiana). 

Il mio tentativo è stato sempre quello di conciliare, o almeno far dialogare, questi due mondi, per non promuovere il primato di chimica ed elettricità, come vorrebbe qualche collega. 

Angelo Malinconico