LARINO. “Vostra Eccellenza che mi sta in cagnesco …”, potrei dire col Giusti. Ma non lo dico perché il Sindaco è un amico “di antico pelo”. Perciò, per rabbonirlo, mi è doveroso spiegare i fatti. Sui ‘social’ compare un ‘post’:”Soddisfare l’esigenza, prospettata da numerosi cittadini, di raggiungere i lidi balneari della città di Termoli ad un costo accessibile. Questo il motivo che ha spinto l’Esecutivo frentano ad investire 2.500 euro (quasi 5 milioni di lire) per appaltare alla Sati S.p.a. il servizio extraurbano – a pagamento – per il collegamento con la costa adriatica per la stagione balneare 2019. Il nuovo servizio, a disposizione per la Comunità, avrà una durata di 20 gg., sino al 14 di agosto, con esclusione delle domeniche. Sarà praticato il prezzo di 2 euro per il biglietto di sola andata e di 3,50 per quello di andata e ritorno; 14,40 per gli abbonamenti settimanali“.
Rilancio il comunicato del Comune, e lo intitolo:”Scialapòpolo”.
Apriti cielo, dal momento che – con quel termine – Puchetti intende ‘Spendaccione’, mentre l’incolpevole autore voleva significare ben altro.
Per me «scialare con il popolo» vuol dire dare da mangiare e bere a volontà (metaforicamente), senza badare troppo al conto economico. Difatti, in altri tempi ed in altri luoghi, il lemma era divenuto prima soprannome e successivamente un’insegna, precisando una ‘missione’ ben definita: quella conquistata, nel primo dopoguerra, dal giovane Costanzo Spataro che, spingendo il suo carrettino, di giorno e di notte, percorreva i vicoli di Capri vendendo gelati e granite aituristi ed ai compaesani con la beata serenità di chi non conosceva il termine «profitto», ma al massimo il concetto di «campare». Capisco bene che corre una bella differenza tra un Sindaco ed un gelataro; ma, per quanto ci concerne, la ‘mission’ è la medesima dal momento che entrambi – in tempi diversi – volevano servire il popolo, l’uno servendosi della propria arte, l’altro usando la Cassa comunale. E’ ciò che, non volendo, hanno ben capito gli amici di tastiera che sono intervenuti sui ‘social’, spiegando che l’uso di un bus sarebbe stato “il mezzo più sicuro e di costo accessibile a tutti, cosicché anche le persone meno abbienti avrebbero potuto usufruirne”. Altri, invece, si sono posti un problema:”Ma, nell’ipotetica eventualità di un pienone della Sati, i bagnanti dovrebbero tornarsene a casa con armi e bagagli?”, forse ipotizzando che quello marino fosse una tragitto aggiuntivo ad un’altra normale corsa, fatta per altri motivi.
C’è stato poi chi ha messo le cose tra le guarentige ‘social’ e, rivolgendosi a chi scrive, ha ammonito (in vernacolo):”‘U sazie (che sarei stato io) n’capisce ‘u diùne”. A questo punto mi azzardo a rispondere:”Non possono essere gli sconti ottenuti dal Comune a suon di quattrini pubblici a fare paura ai presunti ‘digiunanti’ che – se veramente non mangiassero – non penserebbero certamente a frequentare il bagnasciuga, avendo ben altri problemi da risolvere”. Peraltro non mi risulta che a Larino ci siano persone in condizioni tali da richiedere un esborso di danaro pubblico per frequentare i lidi di Termoli. A questo punto si fa avanti l’amico Sindaco Pino Puchetti per rivelare:”Ma guarda che circa una trentina di anziani e ragazzi non patentati hanno richiesto il servizio in questione. Non credo che 2.500 euro siano da “scialapopolo”, in ispecie se confrontati ai tanti sprechi prodotti negli anni precedenti”. E qui finisce la diatrìba sul ‘social’, cosicché possiamo ritornare al termine “scialapòpolo”.
Ritornando alle vicende capresi, ci piace ricordare quando – al civico 55 di via Vittorio Emanuele – comparve un grande necrologio:«Dopo 60 anni di popolarità, tradizione, storia ed armonia, è morto il Bar ‘Scialapopolo’». Come è stato riferito, nel Napoletano, «scialare con il popolo», significa ben altro, e fa riferimento ad una ‘missione’ che, poi, è diventata un soprannome e successivamente un’insegna che lasciava intendere la beata serenità di chi non conosceva il termine «profitto», ma al massimo il concetto di «campare». Costanzo Spataro, appunto. Perciò, se ‘scialapòpolo’ dovesse avere per davvero un che di negativo, non potremmo mai essere noi a dirlo, non avendo né le conoscenze né le funzioni della Corte dei conti: la sola che, eventualmente, se per davvero vi fosse stato qualcosa di anòmalo nella deliberazione comunale, potrebbe intervenire.
Claudio de Luca