RIPABOTTONI. Grande successo dell’iniziativa “Un curioso girotondo” a Ripabottoni. A illustrare obiettivi e svolgimento è stata Patrizia Pano. «Le nuove linee di indirizzo delle politiche sociali europee hanno più volte rimarcato la necessità di sviluppare un modello di comunità in grado di porre particolare attenzione alla solidarietà tra generazioni. Tale innovativa programmazione degli interventi è in contrasto con quanto messo in atto per decenni attraverso politiche assistenziali che incrementavano la distanza fra generazioni, concependo luoghi e tempi “mono-generazionali”. Se poi si sposta l’attenzione a livello mondiale, osserviamo che numerose ricerche, quasi esclusivamente realizzate negli stati anglosassoni, individuano nel legame intergenerazionale, tra gli anziani e i bambini, un fattore “protettivo” capace di apportare un “benessere” psichico per entrambe le generazioni.
Gli anziani e i bambini hanno qualcosa in comune, qualcosa che permette loro di riconoscersi l’un l’altro, qualcosa capace di farli interagire e di farli stare bene insieme. Posso pertanto affermare che il progetto “Un curioso girotondo” ha avuto origine dal presupposto che gli anziani e i bambini stiano bene insieme e che rappresentino addirittura una fonte di ricchezza gli uni per gli altri. È proprio partendo da questa semplice affermazione che è stato presentato e realizzato, all’interno di una casa di riposo del comune di Ripabottoni, il progetto di interazione intergenerazionale denominato “Un curioso girotondo” attraverso il quale è stato possibile raccogliere i dati che hanno dato vita ad una ricerca di tipo qualitativo. Il progetto nasce pertanto con lo scopo principale di approfondire il tema delle relazioni tra generazioni diverse: i bambini e gli anziani. Il tema non è molto conosciuto poiché solo di recente sono state effettuate ricerche nel campo delle interazioni intergenerazionali. L’esperienza più significativa è sicuramente quella registrata a Seattle, alla “Providence Mount St Vincent”, la prima scuola materna inserita in un centro anziani, diventata famosa in tutto il mondo con il documentario “Present Perfect”.
In Italia uniche esperienze attive si registrano nel nord Italia, in particolare a Piacenza dove una casa di riposo e un asilo condividono regolarmente dei momenti di interazione. Nel resto della penisola solitamente quando vengono realizzate delle attività in questa direzione si è soliti coinvolgere principalmente le classi delle scuole primarie e quelle delle medie inferiori più che quelle della scuola dell’infanzia. Il più delle volte le attività di interazione tra generazioni avvengono attraverso incontri “spot” organizzati in occasione delle festività o di particolari ricorrenze mentre solo difficilmente sono pianificate come attività integrative nella programmazione scolastica o come attività comprese tra quelle di animazione erogate nelle residenze per anziani come in questo particolare caso. Al progetto hanno regolarmente partecipato tutti i 12 bambini della scuola per l’infanzia di Morrone del Sannio e i 36 ospiti della casa di riposo. La data di avvio delle attività progettuali è stata il 28 settembre 2017, giornata della presentazione ufficiale del progetto avvenuta presso la casa di riposo di Ripabottoni. Mentre la giornata di chiusura delle attività progettuali sarà proprio il 30 maggio in occasione della presentazione degli esiti del progetto. L’auspicio è quello di poter riprendere le attività con l’avvio del nuovo anno scolastico e perché no esportare questa esperienza in altri contesti regionali. Importante sottolineare che il progetto si è realizzato grazie alla fattiva collaborazione di più enti che hanno messo a disposizione le proprie risorse professionali, materiali e strutturali.
Nello specifico la Fondazione “A. Giovannitti” proprietaria della struttura che ha messo a disposizione per la realizzazione del progetto il proprio personale, l’Anpeas Onlus che oltre a promuovere il progetto ha permesso la partecipazione dei propri volontari di Servizio Civile alle diverse attività. La cooperativa Sirio ente che gestisce la struttura per anziani e che ha coinvolto gli operatori e gli infermieri propri dipendenti, l’Istituto Omnicomprensivo di Casacalenda che ha immediatamente collaborato all’avvio dell’iniziativa promuovendola tra i genitori dei bambini della scuola dell’infanzia. La metodologia utilizzata per la raccolta dei dati utilizzati per produrre una ricerca di tipo qualitativo e quantitativo è stata quella dell’osservazione partecipante e della somministrazione dei questionari. Il primo strumento, l’osservazione partecipante si è concretizzata nella raccolta di informazioni che venivano registrate dalla sottoscritta in un “diario di bordo” nel quale veniva annotato per ogni incontro il numero e il nome dei partecipanti, le diverse attività svolte, le diverse reazioni alle attività proposte, ma anche la semplice osservazione di quanto accadeva durante l’incontro.
Altro strumento utilizzato per la ricerca è stato quello della somministrazione dei questionari ai bambini, ai genitori dei bambini, alle maestre e agli anziani ospiti della casa di riposo. L’elaborazione dei dati raccolti attraverso i questionari ha fornito un ulteriore riscontro di quanto l’esperienza fosse vissuta positivamente da entrambe le generazioni. Particolare attenzione è stata dedicata alla stesura del questionario da sottoporre ai piccoli partecipanti al progetto per la raccolta delle informazioni relative al loro grado di soddisfazione relativo alle singole attività svolte. Così per evitare condizionamenti da parte delle maestre o dei genitori, i questionari somministrati ai bambini contenevano degli smile con le faccine tristi oppure sorridenti che corrispondevano ad una risposta negativa o positiva al quesito, il compito dei bimbi pertanto era quello di colorare lo smile asseconda della loro risposta.
Ovviamente l’elaborazione dei dati raccolti attraverso i questionari ha confermato quanto già registrato attraverso l’osservazione partecipante vale a dire che c’era interesse e attesa alla partecipazione agli incontri. Per quanto concerne la programmazione delle diverse attività di interazione tra i bambini e gli anziani istituzionalizzati, questa è stata progressiva, vale a dire io (in qualità di direttore della struttura) e le maestre organizzavamo volta per volta cosa proporre al successivo incontro. Le attività svolte sono state tantissime: canto, recitazione, ballo, disegno, ma anche di semplice pasticceria, di giardinaggio. Belle anche le iniziative di tipo culturale, gli anziani e i bambini infatti hanno fatto insieme dei brevi tour durante i quali sono stati accompagnati a visitare chiese, giardini e anche palazzi pubblici. Occorre comunque rimarcare che il progetto si è potuto realizzare a pieno grazie l’impegno profuso da tutti coloro che hanno partecipato: bambini, anziani ma anche tutti coloro che programmavano e organizzavano i lavori costantemente e quotidianamente».