TERMOLI. Un Segretario comunale non può andare oltre i limiti concessigli dall’Ordinamento degli enti locali territoriali (Tuel), limitati all’assistenza ed alla verbalizzazione delle riunioni tenute dall’Esecutivo e dal civico Consesso senza mai essere estese all’assunzione di funzioni gestionali nel Comune. Compito, quest’ultimo, esclusivo dei dirigenti e dei responsabili di Servizio; figure su cui, al nostro, non resta che l’eventuale coordinamento. Cosa pensare, allora, della determinazione con cui – a Termoli – il dr Tenore ha regolamentato – ‘motu proprio’ – l’organigramma della Polizia locale, nominando il Comandante ed un altro Ufficiale al vertice dei ‘Berretti bianchi’? Praticamente è stato sollevato all’àpice un duo alla stregua di quanto è stato fatto in seno al Governo con Di Maio e con Salvini.
Naturalmente qui non sono in discussione i due tenenti, entrambi personaggi di peso, funzionalmente preparati ed ampiamente forgiati nel loro mestiere. Il fatto è che il Segretario generale ha voluto andare al di là dei compiti attribuitogli dal Tuel, facendone conseguire una lunghissima determinazione con cui conferisce funzioni apicali, disciplina l’intera struttura, rinviene compiti e li assegna – partitamente – a questo od a quell’altro sottufficiale di seconda fila, definendo competenze e caratura senza precisare donde abbia attinte certe potestà. Facendo tutto questo si è sostituito al Consiglio comunale che invece avrebbe dovuto deliberare in proposito, visto che – a Termoli – è in vigore un Regolamento del Corpo che può essere riveduto e corretto soltanto dall’Assemblea civica. Non è il vostro cronista a dirlo, quanto piuttosto la legge-quadro per la polizia locale, la relativa disciplina regionale ed anche diverse sentenze.
Lo stesso Consiglio di Stato ha sancito, a più riprese, che il Comandante “è responsabile solo verso il primo cittadino che, a sua volta, rimane l’organo titolare delle funzioni di polizia locale che competono al Comune”. Di conseguenza, immaginare che l’assetto del vertice della Polizia municipale possa essere appannaggio di un Segretario comunale equivarrebbe a pensare che si possano trasferire a quest’ultimo funzioni di governo che per legge competono – come in questo caso – al Sindaco ed al civico consesso. Ne deriva ancora che il Comune può legittimamente deliberare solo in ordine alla composizione della dotazione organica ed alla ripartizione delle attività amministrative in più settori o aree di intervento, senza impedire che poi sia il Comandante ad esplicitare il proprio ruolo di diretto responsabile delle funzioni di polizia, conferendo la gestione corrente dei Servizi interni a questo od a quell’altro suo collaboratore senza attendere ‘benedizioni’. Ciò vuol dire che, al Segretario comunale rimane inibita soprattutto la concreta ed effettiva sottrazione del diretto controllo del Comandante sulle varie funzioni in cui si articola la struttura.
Purtroppo certe velleità d’ingabbiamento dei “Berretti bianchi” termolesi sono, da qualche decennio, una costante delle Amministrazioni succedutesi a Palazzo. E non è riuscito ad insegnare alcunché al sindaco Sbrocca ed al segretario Tenore manco l’ultima contesa giuridica persa contro il Comandante Albanese che poi, nonostante la sua chiara vittoria giuridica, ha pensato bene di defilarsi da un incarico diventato ‘pesante’, convenendo al comodo transito prospettatogli: quello della direzione di un’area degli Affari generali che attende alla gestione dei Servizi demografici. Resta da vedere come reagiranno i consiglieri di minoranza al ‘vulnus’ inferto alla corretta gestione comunale, tenuto conto che qualche voce ha già raggiunto la stampa, pur senza ancora esplicitarsi al massimo.
Claudio de Luca