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mercoledì 3 Settembre 2025
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Beppe Signori ricorda gli anni di A e i mondiali del ’94, intervista al bomber

TERMOLI. Troppo ghiotta l’occasione rappresentata dalla presenza a Termoli, al residence ‘Le Dune del Cardo’, dell’ex bomber di Serie A e nazionale Beppe Signori per non provare a intervistarlo. Grazie al gancio locale, Luigi Del Vecchio, siamo riusciti ad avvicinarlo e il goleador maximo di ben tre Campionati ha concesso con estrema disponibilità di rispondere alle nostre domande. Come mai ha scelto Termoli per le sue vacanze? “Termoli, il Gargano e la Puglia nelle mie vacanze, quest’anno, poiché ho trascorso periodi meravigliosi quando giocavo a Foggia e conosco i posti e mi fa sempre piacere ritornarci”. Come si è trovato? “Mi sono trovato molto bene in questa settimana, la gente è accogliente, in un posto in cui mi sono rilassato e sono stato in compagnia della famiglia, dei figli e degli amici. Nonostante il gran caldo, ma quando ci si rilassa al mare si sta bene, c’è il vento”. Ma cosa fa oggi Signori? “Gestisco il ristorante che ho aperto nel 2011 a Bologna e dalle note vicende in campo calcistico essendo squalificato non posso fare nulla. Mi diverto ad andare a vedere delle partite e stare con la famiglia”. Quanto manca oggi al calcio italiano un attaccante come Signori? “Mancano tanti giocatori, poiché negli anni Novanta l’Italia credo abbia sfornato i più grandi giocatori, da Baggio a Maldini, a Baresi, insomma tutti quelli che hanno fatto parte della nazionale ai mondiali del 1994. Sono campioni che mancano. Speriamo che le nuove leve riescano per lo meno a fare quello che abbiamo fatto noi”. Il campionato è ai nastri di partenza, qual è il suo pronostico? “A bocce ferme, adesso come adesso, ancora la Juventus è favorita. Sicuramente sulla Roma e credo che le due milanesi daranno più filo da torcere rispetto al deludente campionato scorso, poi ci saranno le sorprese, come Lazio e Fiorentina, comunque credo che se la giocheranno sempre queste squadre, Juve, Roma e le due milanesi per lo scudetto”. Il più grande rimpianto e la più grande soddisfazione della sua carriera? “Il rimpianto è stato quello di non aver voluto giocare la finale dei mondiali del 1994 negli Stati Uniti come centrocampista, poiché era un’occasione unica, ma col senno di poi è tanto facile quanto tardivo ammetterlo, e quindi la decisione è stata istintiva e data dal momento. Come gioia le classifiche dei cannonieri, l’Intertoto vinto col Bologna e il secondo posto ai Mondiali, che sebbene non abbiamo vinto siamo sempre diventati vicecampioni del mondo”. Anni in cui non c’era la vetrina della Champion’s. “In quegli anni non c’era ancora la grande vetrina che è diventata la Champion’s League, ci andava solo una squadra e non era la Lazio, che veniva preceduta o dalla Juve o dal Milan. Non ho mai giocato la Champion’s e quello sicuramente è un altro grande rimpianto, ma i regolamenti erano diversi e si accettano per quelli che erano”. Al di là del livello tecnico, cosa manca al calcio italiano per tornare competitivo ai massimi livelli? “Al calcio italiano manca di sicuro la capacità di rinnovarsi sfruttando al meglio il serbatoio dei settori giovanili, che sono alla base delle fortune delle squadre calcistiche, ma soprattutto dell’Italia stessa”. Al termine dell’intervista giovani e adulti si sono messi a caccia del suo autografo e di qualche selfie, che Signori ha concesso con la solita disponibilità.