mercoledì 5 Febbraio 2025
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Management Stellantis in visita a Termoli, Laviano: «Il futuro va ancora blindato»

TERMOLI. «Il gruppo Stellantis il prossimo 2 febbraio annuncerà il premio di risultato che verrà riconosciuto ai lavoratori dello stabilimento molisano Fca di Termoli. Come Fim-Cisl durante la fase di negoziazione per il rinnovo del Ccsl stiamo già gettando le basi per i criteri di erogazione dei premi di risultato, che quasi sicuramente avranno degli strumenti di misura diversi da quello che oggi è legato al Wcm e speriamo più remunerativi visto gli obiettivi prefissati del gruppo. Intanto continuano, notizia di giovedì, le visite da parte del management Stellantis, più o meno a sorpresa ma comunque periodiche all’interno delle officine per valutare gli attuali flussi produttivi e loro impatti nelle dinamiche di mercato. Secondo voci che arrivano dalle varie officine Termolesi il prodotto italiano continua ad esser ancora “costoso” come se tutte le scelte di sostenibilità che potrebbero andare a discapito del lavoratore oggi possono non bastare».

Le parole di Marco Laviano, segretario della Fim-Cisl in Molise.

«Penso al nostro, un sistema produttivo collaudato, altamente qualitativo, fatto di processi che azzerano il più possibile lo scarto industriale che dura da decenni e che ha reso la meccanica italiana un’eccellenza invidiata da molti, diventa oggi un prodotto in discussione perché costoso nel suo processo.  Ma forse prima di tutto sarebbe opportuno capire che non si può usare come strumento di misura la competitività di paesi con diverse culture, diverse economie, diversi contratti, diverse abitudini, è ovvio che metta in difficoltà le scelte di un gruppo che pensa al fatturato ed alla produttività… se poi ci mettiamo anche gli interessi o nel caso dell’Italia il non interesse di governi politici nel mezzo, allora la partita diventa impari. Io credo che sia inutile nascondersi il problema non è tanto la fusione tra varie case automobilistiche, Fca, Psa e Opel il problema nasce quando si devono mettere in atto successivamente le strategie di mercato. Se in taluni paesi europei si produce a meno è perché come detto, l’economia, lo stile di vita e le abitudini culturali lo permettono, con questo metro di giudizio mi spiace dirlo ma noi saremo come paese Italia sempre svantaggiati.  Io da sempre difendo le produzioni Italiane e come in questi anni abbiamo regalato al nostro paese titoli su titoli e ci abbiano resi orgogliosi ovunque. Ma ho la netta sensazione che l’obiettivo mai dichiarato ma insito nelle dichiarazioni di Tavares sia quello di avere piccoli stabilimenti monoprodotti, e forse depotenziare per l’Italia le attuali produzioni di componenti meccanici anche prima del passaggio chiamato dalla transizione all’elettrico, ma solo di carrozzerie, e che quindi le scelte di mercato siano dettate da obiettivi di Gruppo e non di richiesta effettiva. Quello che per me è a rischio nel prossimo futuro non è il lavoro, ma il numero di possibili occupazioni in una regione come la nostra sempre più povera di opportunità lavorative tra indotto e diretti».