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mercoledì 30 Aprile 2025
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Il pentatleta termolese Domenico Porreca di ritorno da Budapest, l’intervista

TERMOLI. Domenico Porreca, atleta termolese 24enne, è di ritorno da una gara a Budapest svoltasi lo scorso 24 gennaio nella quale si è giocato l’indoor di pentathlon moderno. Ci racconti di questa esperienza? “É stata una gara molto importante, svoltasi in due giorni: uno dedicato alla qualifica e l’altro alla finale, nella quale accedevano solo i primi 36 classificati. Importante in quanto siamo nell’anno olimpico che apre la stagione internazionale; inoltre la gara avrebbe assegnato punti per il ranking olimpico, quindi c’erano quasi tutti i big della disciplina. L’Ungheria, poi, è la patria del Pentathlon! Il mio obiettivo era quello di centrare la finale, nella quale ho condotto gare ai vertici e  ho avuto  la grande soddisfazione di vincere il torneo di scherma. Qualche errore nell’equitazione (che a questi livelli si paga), ma per il resto son stato quasi perfetto. Sicuramente non mi aspettavo di arrivare a un passo dal podio con una prestazione del genere. All’arrivo, tanta emozione…” I tuoi obiettivi più importanti, adesso? “Quello più importante è progredire, migliorando i miei risultati. Sicuramente lo sto già facendo, ma lo ritengo sempre un punto di partenza.” Come e quando nasce questa tua passione?   “É iniziata un po’ per caso. Ero portato per l’atletica, nuotavo.. A 13 anni la mia società di nuoto mi portò a fare le prime gare di Pentathlon, disciplina che a quell’età prevede solo le prove di nuoto e di corsa. A 14 anni vinsi il mio primo campionato italiano e poco dopo arrivò anche la chiamata da parte della nazionale. Da lì non smisi più.” Tra i cinque sport, ce n’è uno che preferisci? “I miei sport preferiti sono stati da sempre il nuoto e la corsa, ma negli ultimi anni la mia passione è ricaduta sulla scherma e i risultati si vedono…” I tuoi genitori sono stati degli sportivi. Quanto ha influito questo sul tuo percorso? “Ha influito. Perché magari spesso sono riusciti e riescono tuttora a capirmi. La vera fortuna è che mi hanno sempre lasciato libero di scegliere e mi hanno sempre appoggiato. Non posso che ringraziarli per questo.” Rifaresti le stesse scelte? “Sinceramente non lo so, perché questi anni sono stati davvero duri… Forse si, perché in fondo mi hanno reso la persona che sono e ne vado orgoglioso.” Tante soddisfazioni ma altrettanti sacrifici, insomma.. “Si, tantissimi sacrifici. Ogni giorno. Dai 16 anni, che sono dovuto andare via dal mio paese, dalla mia famiglia e dai miei amici, per mancanze e necessità. Mi trasferii a Roma, per allenarmi al Centro Federale della Nazionale. Da un paio d’anni, invece, abito a Rieti per motivi di studio: ad aprile mi laureerò in fisioterapia. Quando posso, cerco di tornare a Termoli, anche solo per un week-end. Spero che un giorno le soddisfazioni possano ripagare tutti i sacrifici e le rinunce…” Riesci dunque a  conciliare lo studio agli allenamenti. Ci descrivi la tua giornata tipo? “Le mie giornate sono molto variabili… Alcuni giorni svolgo solo 3 discipline, in 4/5 ore; in altri pratico tutti e 5 gli sport, arrivando alle 7 ore di allenamento.” Prossime gare in vista? “Dipende dalla nazionale. Spero di essere convocato per la prossima gara di Coppa del Mondo, che si svolgerà a Roma a fine marzo. Poi si vedrà…” In bocca al lupo, allora! “Grazie..” Mara Mancini