TERMOLI. Rubrica a cura della dott.ssa Rachele Falcone. Cosa sono i disturbi ossessivi? Tutti noi abbiamo dei tratti ossessivi, la differenza sta nel grado di ossessività, infatti sotto una certa soglia l’ossessività è funzionale e ci stimola ad andare avanti nel raggiungimento degli obbiettivi: pensate allo studente che continua a studiare per superare un esame particolarmente difficile senza arrendersi. Ma al di sopra una certa soglia diventa una vera e propria patologia e la persona rimane bloccata nell’ossessività che prende il sopravvento provocando un marcato disagio e dispendio di tempo. I disturbi ossessivi riguardano una grande varietà di disturbi psicologici e possono manifestarsi in molti modi. Ci sono personalità ossessive, ovvero persone estremamente intelligenti, che credono di essere dei grandi pensatori e che continuano a riflettere e programmare ogni cosa allo scopo di avere tutto perfettamente sotto controllo, anche gli imprevisti, fino a rimanere intrappolati in uno stato di ansia continua. Il disturbo ossessivo compulsivo, invece, si manifesta quando la persona mette in atto una serie di azioni o pensieri ritualizzati allo scopo di placare paure e ansie. Nella variante mentale del disturbo la compulsione non prevede azioni ritualizzate bensì pensieri strutturati in rituali quali frasi, preghiere, conteggi, ripetizioni di parole fino ad arrivare a dover recitare vere e proprie filastrocche che, se non vengono ripetute più volte, provocano nella persona il terrore che possa succedere qualcosa di tragico. Queste ossessioni possono presentarsi anche come immagini intrusive che la persona cerca di scacciare e che più tenta di scacciare più ne invadono la mente. Sono immagini spesso assurde che proprio per la loro assurdità spaventano molto, come ad esempio: uccidere i propri figli, compiere atti nocivi verso gli altri o verso se stessi, perdere il controllo volontario delle proprie funzioni intestinali, ecc. Un’altra variante ossessiva è data dal tentativo di dissipare i dubbi che si presentano sotto forma di domande a cui la persona cerca di darsi risposte rassicuranti o chiarificatrici. Ma da ogni tentativo di risposta si generano nuovi dubbi e quindi nuove domande, come in un vortice in cui la mente rimane incastrata in un meccanismo che essa stessa ha costruito. Un esempio tra tutti potrebbe essere il chiedersi se in futuro ci si ammalerà di questa o quella malattia. Non ci sono risposte intelligenti a domande stupide e il tentativo di trovare una risposta potrebbe insinuarsi come un tarlo nella mente. I soggetti che mettono in atto determinate ritualità per alleviare le proprie paure, ricorrono spesso a rituali di controllo o a ridondanti richieste di rassicurazioni. Il disturbo ossessivo compulsivo che prevede azioni in cosa consiste? Molto spesso le paure spingono le persone a mettere in atto gesti e azioni nel tentativo di rassicurarsi: questi rituali possono essere preventivi, riparatori o propiziatori di un evento. Ad esempio, il controllare più e più volte di aver chiuso bene gli infissi per la paura dei ladri, oppure controllare e ricontrollare di aver chiuso il gas per la paura di perdite, dà l’illusione di prevenire un evento temuto. Parliamo di rituali riparatori nel caso, ad esempio, in cui la persona senta l’irrefrenabile bisogno di lavarsi la mani più volte per placare la paura di essere stata contagiata da germi o malattie. I rituali propiziatori si attuano invece per propiziarsi, appunto, un destino benevolo e privo di pericoli. Un esempio fra tutti, la persona che si convince che per affrontare ogni esame deve avere addosso quel particolare indumento portafortuna o fare quel particolare tragitto, altrimenti l’esame andrà sicuramente male. Gli esempi come ben potete immaginare sono infiniti, così come le paure da cui ci si deve difendere. Il disturbo vero e proprio, si struttura nel momento in cui questi rituali messi in atto diventano inevitabili e, se non vengono soddisfatti, creano ancora più paura e ansia. La persona in pratica, pur essendo consapevole dell’assurdità delle proprie azioni, non riesce più ad evitare la ritualità, rimanendo così intrappolata nel disturbo ossessivo-compulsivo. E’ uno scenario patologico molto ampio. Assolutamente sì, vi sono molti disturbi che hanno una base ossessiva o ossessivo compulsiva che apparentemente non sembrano avere. Ad esempio l’ipocondria, che si esplica nella certezza di avere una malattia e che viene rinforzata dall’ossessiva ricerca di rassicurazioni mediche. I disturbi alimentari, come nell’anoressia in cui vi è l’ossessione per il peso. O ancora disturbi ossessivi basati sul piacere come il vomiting, vale a dire il piacere di mangiare e vomitare, dove il vomitare diventa un piacevole rituale. Altri esempi sono il gioco d’azzardo, l’abuso di internet e molti dei disturbi sessuali. Come viene vissuto questo disturbo dal contesto familiare? I familiari degli ossessivi si lamentano molto e per ovvie ragioni, principalmente perché non comprendono i meccanismi che spingono un loro caro a comportarsi in un modo così strano. Peggio ancora, in alcuni casi, i familiari sono ostaggio dell’ossessivo e delle sue continue richieste di rassicurazioni, perché talvolta sono costretti ad assistere ai rituali per rassicurare a loro volta il loro caro per aver fatto tutto nella maniera giusta, alimentando così ulteriormente il sistema disfunzionale. Cosa ci propone la psicoterapia per affrontare il disturbo? Questo disturbo, come già detto, in molti casi è estremamente invalidante ma, lasciatemi passare il termine, è relativamente semplice da curare. In pratica con la Terapia Breve Strategica, grazie all’applicazione di specifici protocolli di trattamento e senza l’utilizzo di psicofarmaci, si cavalca la logica di funzionamento del problema e si rompe il circolo vizioso delle tentate soluzioni che bloccano la persona nel disturbo. Lo scopo terapeutico è quello di capovolgere la credenza ferrea che il paziente ha nei confronti di una ritualità percepita come assolutamente necessaria. In pratica si accompagna il paziente a scoprire che può rinunciarci senza le temute conseguenze. L’intervento, potrebbe coinvolge la famiglia; questo dipende dell’età del paziente e del grado di coinvolgimento della famiglia nel problema. E’ un percorso che in pochi mesi riporta la persona a liberarsi delle sue paure e a riprendere il controllo sulla propria vita. Dott.ssa Rachele Falcone Vai al sito di Rachele Falcone rachelefalcone@alice.it Segui Rachele Falcone su Facebook APRICENA (FG) – Centro “Omnia Salus” in viale Aldo Moro, n.134 C tel: 346 9831960 SAN SEVERO (FG) – Centro “Percorsi” in via Venere n.75 tel: 0882 241300 TERMOLI (CB) – Poliambulatorio specialistico “Progetto Salute” in via Corsica, n.19/P tel: 0875 708064 FOGGIA (FG) – Studio privato in via Isonzo, 29/G Previo appuntamento telefonico