CAMPOMARINO. Dopo il Consiglio comunale di Portocannone, si è espresso anche quello di Campomarino sul progetto di insediamento del parco eolico “Re Plus”. L’assise civica era stata esortata anche dal mondo agricolo e associativo. La proposta di insediamento riguarda le località “Madonna Grande e Cocciolete”, composto da 5 aerogeneratori ciascuno di altezza al mozzo di 110 m, rotore di 170 m (altezza totale 197,5 m) e potenza nominale ciascuno di 6 MW per una potenza di impianto di 30 MW comprensivo di viabilità interna e opera di connessione alla RTN nella sottostazione di Portocannone.
Nella delibera consiliare, che dà parere contrario, «Come risulta dalle linee programmatiche del sindaco di cui alla delibera consiliare n. 37/2019, l’indirizzo politico dell’amministrazione valorizza e favorisce le energie rinnovabili e i progetti di produzione energetica a basso impatto ambientale, nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio; con specifico riferimento al progetto in questione si rileva che il territorio interessato dall’ipotesi di insediamento risulta contraddistinto da una serie di vincoli di carattere ambientale e paesaggistico culturale; in particolare: l’area interessata dall’impianto è tutelata dal Piano paesistico Regione Molise PTPAAV Area Vasta n. 1; l’area in questione, com’è noto, conserva un particolare pregio ambientale, sia per le concrete prospettive di sviluppo agroindustriale, in particolare nel settore cerealicolo e vitivinicolo, tenuto conto delle realtà ivi presenti che rappresentano una importante ossatura dell’economia locale, anche in termini occupazionali, sia per i progetti di sviluppo turistico ricettivo». In merito al progetto si sono espressi la Soprintendenza, addirittura il 14 gennaio 2021, Coldiretti Molise, Consorzio tutela Vini Dop e Igp del Molise, Tenimenti Greco, Comitato per la salvaguardia del territorio molisano, ma anche lo stesso Comune di Campomarino, prima che la Regione nel 2022 riaprisse la procedura. Ma non muta l’atteggiamento dell’amministrazione Silvestri. «Effettuando una valutazione in concreto, l’insediamento in questione determinerebbe un impatto territoriale e ambientale eccessivo, compromettendo irreversibilmente il paesaggio, l’habitat naturalistico, lo sviluppo agricolo, in particolare vitivinicolo, e le potenzialità turistico-ricettive della zona».
Nella delibera consiliare si formula agli Enti preposti e alla ditta, ai sensi e per gli effetti dell’art. 14-quater l. n. 241/1990 (cosiddetto dissenso costruttivo), l’indicazione di procedere ad individuare aree territoriali non gravate da vincoli, nonché inidonee alla implementazione delle colture, in particolare cerealicole e vitivinicole, nonché insuscettibili di pregiudicare il potenziale turistico ricettivo della zona. Inoltre la delibera viene trasmessa al Presidente della Giunta Regionale e al presidente del Consiglio regionale, facendo voti alla Regione affinché adotti tempestivamente, ai sensi dell’art. 12 d.lgs. n. 387/2002 e del D.M. 10 settembre 2010 – Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, idoneo atto di programmazione e/o pianificazione concernente criteri per l’ubicazione e realizzazione dei predetti impianti, escludendo tassativamente, in conformità al punto 1.2 del D.M. citato, le aree interessate da vincoli culturali, paesaggistici e/o ambientali, posti a presidio di fondamentali ed imprescindibili valori pubblici tutelati da norme di rango costituzionale, sovraordinati rispetto a quelli inerenti la libera intrapresa economica privata, al fine specifico di preservare le aree a vocazione agricola e turistico-ricettiva da insediamenti suscettibili di determinare un abnorme consumo di suolo irreversibile».