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mercoledì 2 Luglio 2025
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TERMOLI. Francesco Roberti rompe il silenzio del nuovo anno e interviene a 360 gradi sui temi locali

TERMOLI. Con la celebrazione della ricorrenza dell’Epifania, anche l’ultima festa di questo inverno abbastanza rigido andrà in archivio.

Per una celia del calendario il rientro da ogni bagordo natalizio corrisponderà nel bisesto anno 2008 al principio della settimana, manco qualcuno dovesse essere richiamato all’ordine e alle proprie responsabilità.

Per questo, dopo settimane di assoluto silenzio politico, rotto solo dal fragore con cui è stata data origine alla fine del 2007 la cosiddetta filiera interistituzionale bipartizan, il capogruppo di Alleanza nazionale, l’ingegnere Francesco Roberti, ha pensato bene di assestare una serie di colpi a chi ancora pensasse di contrabbandare panettoni, torroni e altre leccornie con il dovere civico. In primis, come prassi, un augurio alla cittadinanza.

“L’unico elemento augurale certo per il nuovo anno è la salute, che auspico possa essere sempre più salda per tutti i cittadini termolesi. Per il resto, dovremmo concorrere tutti a sforzarci per quanto possibile nella direzione obbligatoria: uscire dal cono d’ombra di un decadentismo che ha attanagliato nella sua morsa la nostra comunità negli ultimi due anni e che, proprio in questi mesi, sta facendo patire e soffrire i suoi effetti”.

A cosa si riferisce di preciso?

“Partendo dall’amministrazione comunale di centrosinistra, occorre sottolineare come tutte le aspettative dei termolesi siano state miseramente tradite. Non ci si può celare dietro i presunti dissidi e dissidenti della maggioranza per omettere l’unico dato reale, l’incapacità di agire da parte del governo cittadino, che ha mostrato tutti i suoi limiti in questo primo (e speriamo ultimo) anno e mezzo di gestione della cosa pubblica. Un esempio per tutti, la picchiata inarrestabile delle finanze verso uno stato di dissesto che a breve, entro pochi mesi, verrà certificato dalla ragioneria generale dello stato. Il mancato rispetto del virtuosismo contabile, che si evidenzia nel cosiddetto patto di stabilità, costerà ai contribuenti locali aggravi tributari per l’addizionale Irpef, l’Ici e la Tarsu. Aumenti indiscriminati della pressione fiscale, unica via praticabile, per altro, nel tentativo di mettere le pezze a un bilancio dopato”.

Un’accusa piuttosto pesante, è certo di quel che sostiene?


“Non ho dubbi in proposito, anzi, le rispondo con un altro esempio. Il maldestro tentativo in piena Zona Cesarini di iscrivere tra le poste in entrata almeno un milione di euro, facendo recapitare come ‘pacco’ natalizio – in tutti i sensi – a 316 concittadini avvisi di pagamento, dunque ipotesi di riscossione, non certezza, utili a raggranellare, guarda caso, proprio il fabbisogno finanziario capace di far chiudere l’esercizio 2007 in linea con le direttive del governo, ovverosia, accantonare questa cifra per colmare gli squilibri registrati nel 2006 e, quindi, sperare di centrare il patto di stabilità”.

Da qui la considerazione, anzi, il lapidario giudizio di bilancio dopato?

“Vista la gravità della situazione, forse, sarebbe meglio definirlo come un falso in bilancio, poiché l’amministrazione trasforma dei semplici avvisi di accertamento in crediti esigibili”.

Sulla crisi in atto nel centrosinistra, invece, ritiene che sia solo una messinscena?

“Più che una messinscena si tratta di una squallida commedia politica, con attori protagonisti di assoluta mediocrità e burattinai in pensione che, evidentemente, non potendo trascorrere in tranquillità il proprio tempo libero nei giardinetti, sperano di tornare a fare i pupari della situazione.
Al di là di questo, quando i cosiddetti dissidenti volessero davvero porre fine a questa traumatica e latente esperienza conflittuale del governo di centrosinistra, non dovranno altro che cogliere l’occasione di uno dei prossimi consigli comunali e venirsi ad accomodare tra gli scranni dell’opposizione. In maniera così trasparente e coerente rassegnare al contempo e insieme a tutti noi le dimissioni dinanzi al segretario generale presente in aula”. 

Una sceneggiatura quasi surreale, quella che dipingerebbe come atto finale per l’amministrazione Greco.


“Un canovaccio che si adatta perfettamente al cabotaggio dei personaggi in cerca d’autore che popolano la maggioranza, più simili a novelli apprendisti stregoni o, per essere calzanti, a Harry Potter della politica che ad amministratori coscienziosi e capaci”.

Un messaggio di chiarezza anche a quanti potrebbero dondolare nell’opposizione di centrodestra?

“Tra di noi non dondola nessuno, nella compagine di minoranza, alcuno dei dodici temporeggia od oscilla. Siamo fermi sulle nostre posizioni, tuttavia, è quanto mai importante ribadire un paio di concetti. L’attuale governo della città, occorre ricordarlo bene, è frutto di una campagna elettorale avvelenata, avvenuta sotto il tintinnio delle manette. Lo stesso sindaco Greco, dopo averci fatto credere che avrebbe incarnato l’icona di Robin Hood, con la città pervasa da venti di trasparenza, legalità, partecipazione e democrazia, oggi, a distanza di nemmeno due anni, appare più come un perfetto sceriffo di Nottingham. In seconda analisi, la fluidità negativa dei partiti a livello nazionale, con il rimescolamento di sistemi e alleanze, uno scacchiere di estrema confusione, incide e non poco, come d’altro canto non potrebbe non essere, anche nei rapporti periferici. Invece di affrontare sul serio, con confronti programmatici, i temi cardine del Paese e, scendendo, delle realtà locali, la politica muove le proprie mosse in maniera truffaldina. All’uopo è chiarificatore un vecchio motto, quello dei ladri di Pisa. “Di giorno si litiga e di notte si ruba, insieme, ovviamente”, anche se questo detto ha assunto proprio di recente una nuova dicitura, quella del dialogo interistituzionale”.


Dopo aver mazzolato ben bene la principale istituzione termolese, uno sguardo anche alle altre due: sanità, inteso come Asrem,  e consorzio industriale.

“Sul comparto sanitario si sta vendendo solo fumo nel dibattito sulla razionalizzazione della spesa regionale. Al cittadino e ai non addetti ai lavori, poco importa se un ospedale vivrà con più o meno posti letto, quel che conta, invece, in modo ineludibile, è la garanzia di una buona sanità. La certezza di trovare risposta alle proprie esigenze, in termini di competenza e tempestività e, finire una volta per tutte, con il dramma dei viaggi della speranza, in un’epoca contrassegnata da un impoverimento generale non più sostenibili”.

Sul Cosib, invece?

“All’orizzonte non è possibile scorgere una strategia di politica industriale degna a programmare un adeguato e solido sviluppo del territorio. A dirlo non è il sottoscritto, ma il sistema camerale milanese, che ha evidenziato come in Molise (e l’area ValBiferno non mi risulta appartenere a un’altra regione) ci sia stato nel 2007 il più basso livello di allocazione d’imprese. Una statistica che trova conforto, anzi sconforto, negli ottomila residenti a Termoli senza lavoro, la maggior parte dei quali giovani”.

In conclusione, come sarà questo 2008?

“Solo un po’ più lungo, essendo bisestile”.

emanuelebracone@termolionline.it