mercoledì 5 Febbraio 2025
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U. S. Termoli – Bocce ferme speranze sotto l’ombrellone per i tifosi giallorossi e la storia si ripete.

di Antonio Lanzone
Noi restiamo sempre del parere che Di Siena rimarrà al suo posto. Non perché non se ne vuole andare, ma perché non può andarsene. Tentiamo di spiegarne il perché. Sappiamo benissimo che questa dirigenza non lascerà mai la squadra senza ottenere nulla dopo tutto quello che ha fatto durante la sua gestione. Di Siena ha detto che se il club lo prenderanno dirigenti seri e affidabili, sarebbe disposto a cedere il posto immediatamente; in caso di “avventurieri” (è un termine che usiamo noi per rendere meglio il concetto), avrebbero avuto delle perplessità in merito.
Gente che abbiano i primi requisiti sappiamo bene quanto sono rari nella nostra città mentre di “avventurieri” c’è ne potrebbero essere tanti. Stando così le cose, Di Siena, giocoforza, dolente o nolente, sarà costretto a rimanere inchiodato sulla poltrona di primo dirigente del Termoli chissà per quanti anni ancora.
L’epilogo più logico è quello che abbiamo immaginato in tempi non sospetti. Quando l’assessore allo sport si renderà conto che è più facile accontentare Di Siena che trovare nuovi “fessi” (è un termine preso in prestito da un autorevole personaggio del mondo dello sport nazionale, che così definì i presidenti delle squadre di calcio di un certo livello), tirerà fuori dal cilindro un coniglio pezzato di promesse credibili, scadenzando anche i tempi per rispettarle, e Di Siena si rimboccherà di nuovo le maniche per riportare avanti la carretta.
Perché succeda tutto questo, però, è necessario che la tifoseria (semmai ce ne sia ancora una che possa definirsi tale) dovrà svegliarsi dal torpore in cui sembra essere sprofondata. Ed è la cosa che sta dando forse più fastidio al presidente Di Siena, che quanto meno vorrebbe il conforto della base. E’ mai possibile che  Termoli  sia così sconcertante anche sul fronte calcistico, ovvero così pieno di contraddizioni. Da una parte basterebbe ricordare il gran da fare degli ultimi anni, le proteste vibranti di alcuni politici e tifosi quando si trattò di difendere l’eventuale fallimento delle passate stagioni; dall’altra sta sembrando che l’eccellenza, il calcio in generale in questa città, non interessi più a nessuno.
C’è da dire anche – e qui il termolese è maestro – che se l’acqua non arriva alla gola nessuno chiede aiuto e l’altro non ne dà. Forse si dovranno aspettare gli ultimi giorni prima della scadenza del termine per l’iscrizione della squadra al prossimo campionato. A quel punto scatterà l’orgoglio, l’amore per la bandiera e l’interesse politico. Intanto, però, sempre che finisce bene, qualcosa o molto ci avremo rimesso. Alcuni giocatori si saranno già accasati altrove, altri di nuovi sarà difficile convincerli a venire a Termoli, dove l’incertezza, la precarietà e l’approssimazione saranno tornate ad imperare.