mercoledì 5 Febbraio 2025
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TERMOLI. Castello Svevo: un atto di coraggio per farlo tornare bello com’era

TERMOLI. Quella del castello Svevo era una battaglia estetica e urbanistica che il sindaco della città adriatica, Vincenzo Greco,  aveva più volte evocato in ossequio all’attenzione e al rispetto sacrale che mostra di avere per il bello e l’antico.

Anche in tempi non molto lontani, parlandone, aveva chiesto sostegno e disponibilità da parte degli organi d’informazione, proprio per avviare una campagna di sensibilizzazione sulla possibilità di restituire al maniero federiciano, quel tratto di autenticità storica che lo aveva contraddistinto fino a sette, otto lustri addietro.

Il castello prima che fosse costruita la stazione meteo

Una colata di cemento e calcestruzzo che, seppure consentita nel rispetto di precise proporzioni architettoniche, rappresenta comunque un vero e proprio cazzotto negli occhi se la si guarda oltre che nel contesto dello stesso castello, anche in relazione a quello più allargato e consistente dell’intero Borgo Vecchio.

La situazione attuale del Castello con antenne dovunque

Non più tardi di cinque o sei anni fa, proprio in vicinanza del Castello Svevo, fu il critico d’arte, Vittorio Sgarbi, invitato a leggere poesie nel corso di una manifestazione culturale estiva, a restare a dir poco sbigottito di ‘tanta malefatta’. Chiese a lungo, anche a noi giornalisti presenti, come e perché era stato consentito un insulto di tal genere al patrimonio storico e architettonico della città.

Gli rispondemmo di essere troppo giovani per poter ricordare per filo e per segno quanto fosse accaduto in passato, eccezion fatta per un particolare: quello, cioè, che da bambini, quando eravamo a giocare in spiaggia, costruivamo il nostro Castello Svevo di sabbia, senza la torretta realizzata e occupata dal Servizio Meteorologico dell’Aereonautica Militare.

“Questa cosa va eliminata – disse a più riprese imbufalito ai presenti, Vittorio Sgarbi –.  E’ uno scempio al quale va posto subito rimedio”.
Non sappiamo e non ricordiamo se in quello slargo retrostante il castello, all’epoca, fosse presente l’attuale capo dell’amministrazione comunale di Termoli. Se c’era: lo ricorderà senz’altro, potendone  trarre nuova consapevolezza e rigenerata convinzione di avviare qualche azione specifica.

L’insopportabile colata di cemento al di sopra del maniero

Certo non sarà facile sfrattare o convincere l’Aereonautica Militare a fare le valige da un giorno all’altro, ma siamo certi che utilizzando i canali giusti e prefigurando contromisure adeguate, l’operazione può andare in porto.

Del resto, sarebbe davvero paradossale che in ossequio agli stessi principi di estetica e di salvaguardia dei beni architettonici; nonché di un’immagine cittadina che non può più permettersi colate di cemento dovunque (prerogative ed azioni amministrative fortemente volute e portate avanti in questi due anni dal sindaco Greco, leggasi: le ultime costosissime vertenze contro l’Ima Srl  e la Agnusdei), lo stesso primo cittadino rinunci a tentare di riqualificare l’immagine più emblematica della città da lui governata.

Per quanto possa costare l’operazione, non si arriverebbe mai agli oltre 110 milioni di euro chiesti per danni, prima della ricomposizione della vertenza, dalla stessa Ima Srl dell’Immobiliare Fe.De.

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