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martedì 26 Agosto 2025
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Troppo silenzio dopo il presidio, la vertenza Termoli fatica a decollare a livello nazionale

TERMOLI. Qual è il grado di reale interesse della partita Gigafactory a livello nazionale?

Unico sito produttivo da riconvertire per la produzione delle batterie elettriche in Italia nel perimetro Stellantis (come in Francia e Germania), fatica a entrare nel dibattito generale, sindacale e politico.

Se non fosse per le sollecitazioni locali, del territorio, e qualche stoccata del ministro Urso, dall’annuncio di giugno che ha determinato il congelamento del progetto fino a fine anno, da parte di Acc, tutto questo sarebbe passato quasi in cavalleria.

Lo affermiamo a 24 ore dal vertice ministeriale al Mimit, quello che dal luglio scorso è atteso come dirimente sull’intero programma, che dovrebbe garantire livelli produttivi e occupazionali, a regime, simili a quelli attuali.

Perché viene snobbata la vertenza Termoli?

Fermo restando due scarne note diffuse a sigle congiunte, dopo il presidio che ha portato in piazza 300 persone, più o meno, appena giovedì scorso, piuttosto che l’inizio di una contrapposizione profonda, è sembrato essere un momento episodico.

Nessun approfondimento su temi e dichiarazioni da parte dei metalmeccanici in ambito generale, eppure lo stesso Ministro ha legato il rispetto degli impegni su Termoli al finanziamento del Governo dei fondi Pnrr, quindi un “ingaggio” di portata assoluta.

L’attenzione è spasmodicamente orientata alle questioni che riguardano le carrozzerie, che evidentemente producono più audience, anche a livello sindacale, ma sarebbe un errore.

Domani è necessario che si avverta la massima “tensione”, in quanto a interesse per la vicenda Gigafactory, altrimenti Stellantis e Acc potrebbero pensare di modificare i programmi “senza colpo ferire”.