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mercoledì 30 Luglio 2025
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Rifiuti: 254 euro la spesa per una famiglia molisana nel 2024

MOLISE. Aumenta dello 0,9% rispetto al 2023 la spesa sostenuta da una famiglia molisana per la tariffa dei rifiuti: in media nel 2024 è di 254€ rispetto ai 252€ dello scorso anno. Spiccano le differenze fra i singoli capoluoghi: 290€ a Campobasso e 218€ a Isernia. A livello nazionale la spesa si attesta sui 329€, con un aumento del 2,6% rispetto all’anno precedente.  

Rispetto alla raccolta differenziata, nel 2022, seppur con dieci anni di ritardo rispetto a quanto previsto dalla normativa europea, si è superato l’obiettivo del 65% di rifiuti differenziati a livello nazionale. In Molise siamo al 58,4%, con qualche disparità fra i singoli capoluoghi, visto che si va dal  44,3% a Campobasso al 47,9% a Isernia. 

Sono i dati che emergono dal Rapporto 2024 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva,  disponibile sul sito web www.cittadinanzattiva.it. L’indagine ha interessato le tariffe rifiuti applicate  in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2024, e ha preso come riferimento una famiglia tipo  composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. I costi rilevati sono comprensivi  di Iva (ove applicata) e di addizionali provinciali.  

Nel 2024 la spesa media annuale per la famiglia tipo individuata è di €329 con un aumento del 2,6% circa rispetto all’anno precedente. Il Trentino Alto Adige è la regione più economica (203€), mentre  la Puglia è la più costosa (426,50€ con un aumento di oltre il 4% rispetto all’anno precedente) Catania è il capoluogo di provincia in cui, come lo scorso anno, si paga di più: 594€ annui, senza  variazioni sul 2023; Trento invece è quello in cui si paga meno: 183€, di poco inferiore rispetto al 2023.  Dalla top ten dei capoluoghi più costosi escono Benevento, Latina, Messina e Salerno; entrano invece  Andria, Cagliari, Pistoia e Trapani. Dalla top ten dei meno cari, esce Bolzano ed entra Siena. Sono state riscontrate variazioni in aumento in 84 capoluoghi sui 110 esaminati; variazioni in diminuzione in 20 capoluoghi e situazioni sostanzialmente invariate nei casi restanti.

Raccolta differenziata. Secondo i dati raccolti dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la  Ricerca Ambientale) in Italia nel 2022 sono state prodotte circa 29,1 milioni di tonnellate di rifiuti  urbani (-1,8% rispetto al 2021). La produzione pro capite è di circa 494 chilogrammi per abitante (- 1,6% rispetto al 2021), con valori più elevati al Centro (532 Kg/ab.) seguito dal Nord (506 kg/ab.) e dal  Sud (454 Kg/ab.). 

La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 65,2% (+ 1,2% rispetto al 2021) mentre il 18% dei rifiuti urbani prodotti finisce in discarica. A livello di aree geografiche il Nord si posiziona al  primo posto (71,8%) seguito da Centro (61,5%) e Sud (57,5%). A livello di capoluoghi di provincia, la  percentuale di raccolta differenziata pari o superiore al 65% è stata raggiunta da poco più della metà  di essi (57%). In 20 capoluoghi di provincia siamo ancora al di sotto dell’obiettivo del 50%, il cui  raggiungimento era previsto nel 2009. Tra questi spiccano Palermo, con percentuale di raccolta  differenziata al 15,6%, Crotone al 21,4%, Catania al 22% e Foggia al 26%. 

Per quanto riguarda la tipologia di rifiuti differenziati nel 2022 la percentuale più elevata è relativa alla frazione organica (38,3%), seguita da carta (19,3%) e vetro (12,3%) e plastica (9%). Le percentuali  più basse riguardano i RAEE (1,4%) e i rifiuti tessili (0,8%). 

Opinioni e comportamenti delle famiglie italiane in tema di corretto conferimento dei rifiuti I dati provengono dalla ricerca “Economia circolare e consumi sostenibili. Comportamenti delle  famiglie, criticità ed efficacia della risposta pubblica”, realizzata e presentata da EURES Ricerche  Economiche e Sociali nel mese di aprile 2024 per conto di Adoc, Cittadinanzattiva, Federconsumatori,  U.Di.Con e Unione Nazionale Consumatori (UNC), nell’ambito dei progetti finanziati dal MIMIT. D.M.  6/5/2022, art.5. 

Impegno dichiarato vs. pratica effettiva: Il fatto che l’85% delle famiglie si dichiari sensibile al ciclo  dei rifiuti e l’89,5% affermi di impegnarsi nel differenziare i rifiuti è sicuramente positivo e riflette una  crescente consapevolezza ambientale. Tuttavia, la discrepanza tra l’impegno dichiarato e la pratica  effettiva (solo il 61% dei rifiuti viene differenziato correttamente) è un segnale che ci sono delle 

difficoltà nel portare nella quotidianità quanto promesso. Questo gap può essere attribuito a una serie  di ostacoli pratici.  

Principali difficoltà e barriere: Le difficoltà principali sembrano derivare dalla scarsa chiarezza sulla composizione dei materiali di imballaggio (55,7%), un problema che rende complicata la corretta separazione dei rifiuti. La gestione inadeguata del servizio (52,4%) è un altro fattore che frena  l’adozione di pratiche più sostenibili, così come l’assenza di incentivi (47,2%) e la difficoltà nel reperire  informazioni o nel gestire il tempo necessario per la differenziazione (42,1%), nonché la mancanza di  spazi adeguati nelle abitazioni (35,4%) per gestire correttamente i vari tipi di rifiuti. 

Comportamenti di consumo e rifiuti: Solo il 51,4% delle famiglie è orientato ad acquistare prodotti  sfusi per ridurre gli imballaggi, mentre circa il 36% trova difficoltà nel recupero e nel riutilizzo dei  prodotti, e il 30% ha problemi nel ridurre la quantità di rifiuti prodotti.  

Misure di incentivazione: Le soluzioni proposte dalle famiglie per migliorare la situazione sono interessanti. Un’incentivazione economica tramite vantaggi in bolletta (62,4%) sembra essere la  misura più apprezzata, seguita da campagne di sensibilizzazione (40%).  

Conoscenza del servizio: Il dato relativo alla scarsa lettura e conoscenza della carta della qualità del  servizio da parte dei cittadini è indicativo di una carenza di trasparenza nella gestione del servizio e di  una possibile disconnessione tra i cittadini e le politiche locali sui rifiuti. Migliorare la comunicazione e rendere più accessibili le informazioni potrebbero aumentare la partecipazione attiva e l’efficacia del sistema di raccolta differenziata.