TERMOLI. Nei report diffusi in questi giorni dove si fa il punto sulle azioni di contrasto alle violenze di genere, con un sospiro di sollievo, potremmo dire, c’è una statistica interessante che vede il Molise in coda, anzi più che interessante, è rassicurante.
Parliamo della violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, censita dalla Polizia di Stato.
La fattispecie penale risulta di particolare rilievo, da un lato per le finalità di tutela della vittima e, dall’altro, per l’elevato numero di trasgressioni, talvolta, sfociate in ulteriori condotte violente. Nei primi sei mesi del 2024, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, tale violazione mostra un incremento del 38%, passando da 1.170 a 1.610 episodi.
L’incidenza delle vittime di genere femminile mostra, in entrambi i periodi in esame, valori superiori all’80%, con un leggero incremento nel primo semestre 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. Il 96% delle vittime donne risulta maggiorenne e, per l’82%, di cittadinanza italiana.
La particolare tipologia di questa fattispecie criminosa ne rende importante un approfondimento attraverso la georeferenziazione degli episodi. Esaminandone la “distribuzione” sul territorio nazionale, emerge che le regioni in cui, in valori assoluti, si è registrato il maggior numero di violazioni sono la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Lazio.
Quelle, invece, in cui se ne sono verificate meno sono la Valle d’Aosta, il Molise e la Basilicata.
È, tuttavia, interessante rilevarne anche l’incidenza, ovvero il numero di reati commessi in rapporto alla popolazione residente; da tale analisi emerge come più della metà delle regioni mostrino valori al di sopra della media nazionale, che si attesta a 2,65 delitti commessi ogni 100mila abitanti.