TERMOLI. Gli Spedali Civili derivano dall’ “Hospitale unum magnum et universale” costituito nel 1427 per riunire in un’unica struttura le molteplici istituzioni che si occupavano di assistere infermi ed indigenti. Pertanto, si può definire un complesso di edifici, destinato all’assistenza sanitaria dei cittadini, e quindi adeguatamente attrezzato per il ricovero, il mantenimento e le cure, sia cliniche sia chirurgiche, di ammalati.
Ciò può aiutare a prevenire o gestire le complicazioni della malattia, migliorare la qualità della vita e la soddisfazione del paziente. Fatta questa premessa, vorrei fare delle riflessioni ad alta voce per rimarcare, se ce ne fosse bisogno, l’importanza per il cittadino di essere assistito in maniera “dignitosa”.
Vorrei far presente che nei momenti di difficoltà esistono la famiglia, gli amici e tutte le persone care. Lo stesso succede per la Salute. Oltre alle cure, esistono valori umani: la solidarietà, l’ascolto, la gentilezza, l’equità, il rispetto, la cooperazione. Vorrei far presente a tutti che il Dio Denaro non può risolvere tutti i problemi. Sappiate che tutti noi, nel caso di bisogno, abbiamo necessità del nostro Spedale, dei nostri medici, dei nostri infermieri e di tutti i componenti la struttura, nessuno escluso.
Se oggi sono ancora qui è perché il nostro Spedale, con i nostri medici ed infermieri, è intervenuto nell’immediatezza di una urgenza che, ricordatevi, non ci permette di prendere decisioni ragionate (vado, faccio, dico), quindi può colpire chiunque, nessuno escluso. Il nostro Spedale è una risorsa, non dimentichiamolo, ascoltiamo coloro che ci lavorano, cerchiamo di potenziare le strutture, non dimentichiamoci che “il paziente” siamo noi, nessuno escluso.
Ogni tanto dovremmo farci un giro nei “reparti della sofferenza”, per comprendere meglio. Smettiamola di autocommiserarci e lamentarci per scemenze, rendiamoci conto di quanto siamo fortunati. Fortunati di essere vivi e di essere in salute. Guardiamo negli occhi una persona malata, Abbracciamola.
Nel nostro Spedale ci sono professionalità elevatissime, ma quando si diventa “Paziente” ed i ruoli si invertono? Un medico deve esprimere fiducia, umanità empatia, deve dimostrare di avere a cuore la persona oltre al paziente. Ogni malato, al di là della possibilità di essere guarito, ha sempre bisogno di essere curato. Il dolore è un’esperienza umana molto complessa. C’è la parte fisica legata alla lesione degli organi, ma accanto c’è una parte emozionale.
È qui che la società può intervenire, con il proprio apporto morale di condivisione e partecipazione raccogliendo desideri e speranze che possono trasformarsi in momenti indimenticabili. Rivolgo un appello alla politica, quella vera che guarda agli interessi della collettività, non dimenticatevi che siamo tutti “Pazienti” e l’inversione dei ruoli può essere veramente traumatica per chiunque.
Un sincero grazie di cuore all’Ospedale San Timoteo di Termoli, a tutti i medici e gli infermieri, in particolare al reparto di Chirurgia e Oncologia per la disponibilità all’ascolto unito alla competenza e alla passione per il proprio lavoro e un sincero augurio a tutte le persone che, con generosità e spirito di solidarietà, contribuiscono a portare la magia del Natale nei nostri cuori.
Nicola Buri.