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mercoledì 30 Luglio 2025
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Aggressioni negli ospedali, “correre subito ai ripari”

TERMOLI. Tiene banco il timore di aggressione nelle strutture ospedaliere. «Il clima di paura degli operatori sanitari non deve prendere il sopravvento e devono essere presi tutti i provvedimenti per rendere sicuri e protetti i presidi sanitari ospedalieri e territoriali. E’ una priorità anche per una regione “tranquilla” come il Molise apparentemente esente da questo fenomeno. L’aggressività anche in Molise è molto alta solo che fortunatamente fino ad oggi i casi gravi che si sono verificati non sono tantissimi e questo non deve trarre in inganno. Bisogna dare tranquillità a chi lavora perché questo serve in primis al malato ed il medico o l’infermiere non sono il nemico da combattere o gli eroi del Covid che sono tornati ad essere dei mostri. Negli ultimi giorni in Molise si sono verificati diversi episodi di contrapposizione fisica tra utenti e personale sanitario ospedaliero con una frequenza inusuale per gli standard della sanità della regione Molise considerata ed asseverata come regione “tranquilla” e quasi priva di rischi per il personale». Commento che giunge dal rituale dottor Giancarlo Totaro.

«Nella nostra regione va sottolineato che il basso livello di aggressività esternata e grave nella gran parte dei casi non deve sottintendere una assenza di pericolo perché in realtà la concretizzazione di conflittuali in episodi violenti gravi è sempre in agguato. Infatti sarebbero numerosissimi gli episodi quotidiani che non assurgono agli onori della cronaca e non vengono denunciati dal personale sanitario continuamente sottoposto a pressioni e atteggiamenti bellicosi perché front-office della sanità percepita come matrigna e disfunzionale. Sguardi minacciosi, urla, imprecazioni, insulti, gestualità offensive, atteggiamenti battaglieri che superano il livello di distanza, atteggiamenti prevenuti di conflittualità e prepotenza, atteggiamenti ostili e di contrapposizione preventiva che trasformano il presidio sanitario in un campo di battaglia. E’ vero che i casi di aggressività grave sono pochi ma sotto la cenere, e oltre le pubbliche denunce, esiste un fuoco che arde dove basta un niente o una gestione del conflitto non gradito alle aspettative dell’utenza che può scattare l’episodio violento grave. In Molise si verificano pochi episodi di aggressività fisica gravi o gravissimi ma sotto la cenere brucia il grande fuoco dell’insoddisfazione che brucia su una polveriera di rabbia e insoddisfazione ,non sempre giustificata nei fatti ,per il Sistema Sanitario regionale che in ogni momento potrebbe bruciare e detonare con gravi danni per i medici ,gli infermieri e tutto il personale sanitario. E’ vero che i casi e gli episodi di gravità rilevanti sono pochi ma la situazione è tutt’altro che tranquilla ed i medici, ed ancor prima gli infermieri, sono esposti al momento ad un rischio potenziale che non va sottovalutato e rende il lavoro veramente pesante soprattutto nei reparti con grande afflusso di pazienti come può essere il pronto soccorso.

Ma attenzione a non dimenticare che il problema della sicurezza non riguarda solo gli ospedali ma tutti gli operatori del territorio partendo dalla Guardia Medica, al 118, al medico di famigli dove la aggressività può rivelarsi ancor più pericolosa perché il medico è solo e privo di ogni difesa ed in servizio strutture spesso isolate soprattutto per le dottoresse. Comunque risulta grave e palpabile l’assenza della guardia giurata negli ospedali come quello di Termoli con un accesso numericamente primario a livello regionale che con la presenza non risolve il problema ma servirebbe preventivamente a placare gli animi degli utenti e rendere più sicuri e sereni gli operatori sanitari».