TERMOLI. L’attualità del principale polmone occupazionale che abbiamo sul territorio, quello dellì’automotive, al centro della terza assise congressuale della Fim-Cisl, riunita stamani all’hotel Meridiano.
Assieme al segretario regionale Marco Laviano, c’erano la segretaria nazionale Giovanna Petrasso (peraltro nel giorno del suo compleanno), il segretario interregionale Abruzzo-Molise, Amedeo Nanni, il coordinatore dell’Ast Cisl, Antonio d’Alessandro, e in platea assieme a quasi 50 delegati, anche il sindaco Nico Balice (assieme a Vincenzo Sabella, nella veste di delegato). Con piacere, abbiamo anche notato il ritorno a Termoli di Leonardo Burmo.
Un’assise che ha visto il saluto del primo cittadino e le relazioni di Laviano e Petrasso, oltre che gli interventi di altri colleghi da federazioni diverse e degli stessi sindacalisti metalmeccanici.
Particolare attenzione riservata al video con cui proprio loro, che sono a stretto contatto con gli operai nelle officine, hanno rappresentato sfide ed esperienze in fabbrica.
Laviano ha ribadito che «Celebriamo questa terza assise congressuale, qui a Termoli, consapevoli che il periodo che stiamo vivendo sarà decisivo per le sorti di questo territorio, dello stabilimento Stellantis, del mondo economico in genere, ben oltre i confini nazionali. L’evoluzione non è più figlia della programmazione, ma nel contesto geo-politico appare più frutto dell’improvvisazione. Ma non possiamo assistere passivamente a tutto questo: lo dobbiamo ai nostri figli (per chi ce li ha, naturalmente), cui garantire prospettive generazionali degne, ma anche a chi ci ha preceduto. Non vogliamo essere la generazione di mezzo che ha assistito allo smantellamento dei diritti acquisiti, soprattutto quelli di sognare un futuro migliore.
Da tempo non chiacchieriamo di altro, e lo facciamo, in casa durante il pranzo, al tavolo di un bar, tra i vicoli di una città, durante il lavoro, ai banchi di scuola, forse anche nelle sedi istituzionali, quelle politiche;
come immaginiamo di poter cambiare il mondo: vorremmo tutti vivere un mondo migliore, pacifico e senza guerre, equo ed inclusivo, ove a tutti è concessa la propria occasione, e che sia un mondo green… un mondo dove la transizione Digitale, Tecnologica ed Ecologica riporti il valore dell’uomo al centro della società. D’altronde sognare non costa.
Ma, non può esistere una evoluzione se non siamo capaci di adattarci ad un cambiamento, oggi viviamo ancora una volta, tra corsi e ricorsi storici il ritmo frenetico di una società che muta costantemente, nelle abitudini, nelle relazioni, nella comunicazione ma soprattutto cambia nel motore che muove la grande macchina del nostro vivere… il lavoro in tutte le sue forme, è ormai ad un bivio tra innovazione, nuove esigenze dei lavoratori e nuove esigenze delle imprese.
La trasformazione del mondo del lavoro, e l’impatto che ha sulle modalità di fare organizzazione e di agire sindacale è quindi uno dei temi attuali che più interessa la nostra mente, e che definisce oggi più che mai la nostra identità, proprio noi delegati della FIM-CISL che per passione viviamo quotidianamente la sfida della transizione Green come una opportunità, di credere, che con partecipazione possiamo davvero orientare il cambiamento (titolo del congresso FIM-CISL nazionale)
Il nostro obiettivo con questa nuova fase congressuale, è chiaro, evolvere le nostre strategie sindacali leggendo con lungimiranza le mutate necessità economiche e sociali, adattando le nuove forme di rappresentanza ai contesti moderni, elevando le competenze sindacali dei nostri rappresentanti, e sfruttando tutte le nuove opportunità emergenti per proporre nuove sfide normative, economiche e di visione nel nostro saper fare contrattazione. I Contratti rappresentano oggi il vero strumento per garantire equità nel mondo del lavoro.
La digitalizzazione, la tecnologia e le necessità di sostenibilità, stanno radicalmente cambiando le modalità di lavoro e soprattutto di comunicazione, non solo all’interno di un sistema industriale e di imprese ma anche in quello dei servizi, sociali e pubblici e via discorrendo.
La Fim è testimone di come anche un sindacato attento e moderno si adegua e adotta nuove forme di comunicazione, non solo attraverso l’uso dei social, di media e piattaforme online per la diffusione di messaggi sindacali (si passa dal volantinaggio, alle bacheche ai social), ma cambiando la sua forma partecipativa e di intervento, sempre nella tradizione che lega la storia alle nostre conquiste, e lo abbiamo più volte dimostrato in questi anni.
Mobilitazioni e scioperi finalizzati per far comprendere a tutti che il sindacato è pronto ad accettare le nuove sfide del futuro, ma non dimentica i principi per il quale nasce ed i valori che i nostri padri fondatori ci hanno trasmesso. Ricordo, ad esempio, lo sciopero di Fim, Fiom, Uilm il 18 ottobre a Roma (contro le scelte scellerate di Stellantis e discutibili di un governo che tagliava fondi all’auto), o la serie attuale di scioperi per il prezioso rinnovo del Ccnl metalmeccanico. Contratto che nel precedente rinnovo, non dobbiamo dimenticarlo, grazie alle nostre competenze contrattuali di visione e di intuito in un momento di deflazione ha permesso l’attuale recupero salariale.
Il nostro sindacato non è solo un grande contenitore di competenze di esperienze, di aggregazione ed associazione, a me piace credere che sia una vera e propria identità. E dobbiamo essere fieri di farne parte perché solo così capiremo il senso dei nostri sforzi, il più grande atto di amore nei confronti della società lo fa il delegato sindacale, anche quando non ci viene riconosciuto il merito, poca importa. Certi di esserci comunque».